Criptovalute: diremo addio alle valute tradizionali?

Pubblicato da Roberto Rais -

Di criptovalute si parla con crescente insistenza, e vari sono gli scenari che si stanno profilando in relazione a tali asset.

E così, dinanzi a chi ritiene che quello delle criptovalute sia un boom meramente speculativo, una bolla che si sgonfierà rapidamente, c’è anche chi ritiene che le valute virtuali prenderanno il posto dell’euro e di tutte le altre valute tradizionali. Ma quale sarà la posizione più attendibile?

Criptovalute, una popolarità sempre più rilevante

Cominciamo con il rammentare che le criptovalute si sono rese protagoniste, negli ultimi 5 anni, di una popolarità mediatica davvero rilevante, e che in ottica di investimenti speculativi sono ben pochi gli asset che possono vantare un simile appeal.

Le ragioni di una simile notorietà sono numerose. Si pensi alle caratteristiche “anomale” di questi asset rispetto ad altri strumenti finanziari, a prestazioni di rendimento stupefacenti (cui però hanno fatto fronte anche dei flop profondissimi) e a tante altre determinanti che hanno finito con il condizionare una coerente visione di tale asset.

Se però usciamo dal recinto di una cronaca sullo storico, e entriamo sul fronte delle prospettive analitiche, ci si può ben domandare se a fronte di una sorta di invasione di criptovalute, Bitcoin, Ethereum, Litecoin & co. riusciranno a sostituire le valute tradizionali, prendendo il posto di euro, dollaro, sterlina nella vita di tutti i giorni.

O, almeno, ci si può domandare se riusciranno a consolidarsi come alternative con la giusta credibilità, e quali saranno le aree in cui questa sostituzione (o questa concomitanza) si verificherà con maggiore incisività.

Cosa sono le criptovalute

Per arrivare a una simile valutazione possiamo brevemente rammentare come le criptovalute siano… ciò che lasciano intendere con il proprio nome: valute virtuali che utilizzano sistemi complessi e sicuri di criptazione per poter attribuire la giusta titolarità all’asset.

Ulteriormente, le criptovalute non hanno un ente centrale che possa farne le veci e, di conseguenza, la loro liquidità non può essere regolata da iniziative tipiche di alcuni istituti, come potrebbe invece avvenire con altri sistemi monetari. Ancora, i sistemi su cui si basano le criptovalute sono puntano solamente a incidere sulla loro sicurezza, quanto anche sotto il profilo operativo, introducendo modalità di transazione innovative, peer-to-peer.

Intuibilmente, i punti di apprezzamento di cui sopra (anonimato, crittografia, ecc.) hanno altresì rappresentato un controbilanciamento dei punti di demerito: in linea di massima, le criptovalute sono infatti maggiormente esposte agli shock finanziari, considerato che non posseggono un organismo che possa intervenire per poter risolvere le eventuali criticità, e sono altresì uno strumento altamente volatile, le cui quotazioni dipendono quasi esclusivamente da quanto accade nel mercato (che, nei confronti di tali asset, assume spesso posizioni molto speculative).

Investire con le criptovalute

Chiarito almeno brevemente che cosa siano le criptovalute, e quali siano le maggiori differenze tra le criptovalute come i bitcoin e le valute tradizionali come gli euro, possiamo compiere un piccolo passo in avanti per poter rispondere alla domanda oggetto del nostro approfondimento odierno, e capire dunque se le valute crittografate possano sostituire o divenire alternative alle valute tradizionali.

In realtà, però, non è possibile fornire una risposta univoca a tale istanza, e molto dipende dalla funzione delle stesse criptovalute.

In tal senso, si può certamente evidenziare come le criptovalute siano diventate con il passare degli anni degli strumenti di investimento davvero ricorrenti, potendo dunque ben porsi come sostitutivi delle valute tradizionali (o, meglio alternative) per investimenti tipicamente speculativi. Già oggi, peraltro, molti trader preferiscono diversificare il proprio portafoglio su questo segmento, accostandolo o sostituendolo al Forex, soprattutto per quanto concerne il trading “derivato”, con CFD e opzioni binarie.

Il motivo di tale scelta è ben evidente, visto e considerato che le criptovalute hanno un livello di volatilità molto evidente, rendendolo pane ideale per i denti di chi vuole speculare sul brevissimo termine, approfittando delle evoluzioni nel loro prezzo.

Ma non solo: per molti investitori le criptovalute sono più desiderabili delle valute tradizionali poiché apparentemente meno manipolabili dagli istituti di politica monetaria: è ben noto, infatti, che per poter raggiungere i propri obiettivi statutari (come quelli sull’inflazione) le banche centrali intervengono sul mercato attraverso varie iniziative come quelle sui tassi di interesse, e andando così a incidere in ultima istanza sui cambi. Sulle criptovalute, invece, le banche centrali non hanno nessun potere. Il che, naturalmente, non significa che le criptovalute non possano comunque essere oggetto di “manipolazione” da parte di altri operatori!

In aggiunta a quanto sopra, si tenga conto che tale aspetto è in realtà un’arma a doppio taglio. Se infatti da una parte l’assenza delle banche centrale viene considerata da molti investitori come un elemento positivo poiché riduce i rischi di manipolazione, è anche vero che si tratta di un elemento negativo quando si parla di shock finanziari, soprattutto se esterni al mondo tecnico delle criptovalute, visto e considerato che in tale ipotesi non vi è alcun organismo in grado di risolvere la situazione di crisi.

Bisogna anche considerare, sempre in relazione alle criptovalute, il rischio già accennato di una bolla speculativa: a fronte di crescite esagerate, come già avvenuto in passato, ha fatto fronte frequentemente un crollo repentino e drastico. Dunque, attenzione: le criptovalute ora sono in una fase di costante crescita, ma le prestazioni del passato potrebbero non essere ripetibili…

Più complesso è invece ipotizzare che le criptovalute possano sostituire le valute tradizionali come mezzo di pagamento.

Almeno per il momento, infatti, le criptovalute rappresentano un mezzo di pagamento poco conveniente e, probabilmente, saranno destinate a rimanere in tale nicchia per molto tempo ancora (nonostante, in verità, molti esercenti stanno iniziando ad accettare Bitcoin & co. come mezzi di regolamento delle proprie transazioni).

Non è difficile capire il perché. In primo luogo, bisogna tenere in considerazione che le criptovaluta rappresentano un asset “anomalo”, che non gode di una valida percezione nella gente comune, che guarda a tale strumento con sfiducia e scetticismo. Colpa – se così si può dire – anche di una conoscenza superficiale di questo asset, con percezione spesso legata esclusivamente al concetto di “rischio” e di investimento.

In aggiunta ai problemi di immagine, vi sono poi dei problemi di natura tecnica. Il pagamento con le criptovalute necessita infatti di concreti miglioramenti, anche in termini di sicurezza delle blockchain, e di velocizzazione delle transazioni.

Insomma, difficilmente nel breve termine le criptovalute potranno divenire sostitutive delle valute tradizionali per quanto concerne i mezzi di regolamento, ma potranno ben fare la propria parte come mezzi di investimento tendenzialmente speculativi.

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