Bitcoin vs Ethereum vs Ripple: la corsa alle criptovalute
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Sappiamo bene che oggi le valute digitali con cui è possibile investire sono sempre di più e sempre di nuove ne nasceranno nel corso di questi anni.
Ad oggi si contano oltre 700 monete virtuali, dalle più tradate e famose come Bitcoin, Ethereum e Ripple, che hanno fatto registrare delle performance incredibili negli ultimi mesi, a quelle meno conosciute ma che comunque hanno fatto registrare delle performance non indifferenti.
Se all’inizio esisteva solo il Bitcoin come valuta digitale, oggi ve ne sono molte di più. Alcune di esse stanno anche tentando di prendere il sopravvento sul bitcoin cercando di rubargli il primato di valuta digitale.
Oggi infatti contiamo la bellezza di oltre 700 valute digitali.
Esse per altro sappiamo anche che non hanno bisogno di banche centrali per esistere e il loro unico ente certificatore è la rete.
Si deve notare anche che maggiori sono le loro operazioni di trading e di investimento, ovvero maggiori sono gli scambi effettuati e tanto più esse valgono.
Ecco dunque quello che si intende con il trading cripotvalute, ovvero la possibilità di investire su di un prodotto non centralizzato e come tale non soggetto a nessun vicolo da parte dei governi centrali.
E’ questo il magnifico mondo degli investimenti in criptovalute. Un mercato che potremmo definire molto attraente se consideriamo che da Agosto ad oggi ha raggiunto quasi i 118 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Un mercato quindi che ha fatto registrare un aumento del 490% rispetto a Gennaio dello scorso anno, quando la sua capitalizzazione era pari a 20 miliardi.
Ecco che parliamo di una crescita che in solo 8 mesi ha fatto esplodere il mercato, con un boom di scambi che ha interessato queste monete virtuali, attualmente utilizzate soprattutto come bene su cui investire piuttosto che come sistema di pagamento.
Puoi seguire tutti gli approfondimenti e le quotazioni in tempo reale seguendo le nostre guide:
- Bitcoin: come funziona ? Come comprare BitCoin, Valore e quotazione
- Trading criptovalute: conviene investire (ancora) su Bitcoin e Etherum?
Non è tutto oro quel che luccica
Vi è però da notare che come in tutti i tipi di investimenti, non sempre quello che luccica è oro. Questo vuol dire che nonostante l’euforia del mercato, che per alcuni analisti potrebbe nascondersi un effetto bolla speculativa all’orizzonte.
Per altro esse oggi presentano una volatilità altissima non soggetta a nessuna regola.
Ecco anche uno dei motivi per il quale noi non consigliamo mai di farsi pagare lo stipendio in Bitcoin o altra valuta digitale.
Questo perché essendo non soggette a uno Stato come anche ad una banca centrale la quale ne regola le politiche monetarie, le criptovalute sono altamente volatili.
In breve questo vuol dire che il valore può subire forti e repentine oscillazioni in virtù anche del volume di scambi che riescono a generare.
Ad esempio, acquistarle come forma d’investimento potrebbe anche andar bene, ma si tratta pur sempre di investimenti rischiosi.
Per altro a prescindere dal tipo di investimento tenevamo a ricordare che tutti gli investimenti eseguiti con il trading online sono rischiosi e come tali potrebbero compromettere anche l’intero capitale investito.
Allo stesso tempo, non possiamo consigliarle come moneta di pagamento proprio per la sua alta volatilità.
Il perché è molto semplice, visto e considerato che se si volessero pagare gli stipendi in Bitcoin si andrebbe incontro a un grave rischio soprattutto per i dipendenti, che si vedrebbero dall’oggi al domani il loro salario trasformarsi in carta straccia, proprio a causa dell’elevata volatilità di questa moneta.
In Italia però oggi si registra un valore in controtendenza, dove, ci sono alcuni esercizi commerciali che utilizzando il Bitcoin come forma di pagamento.
Questo vuol dire che una volta fatta la transazione, le monete virtuali vengono subite convertite in euro.
Infine, invece si deve tenere presente che esse non essendo regolamentate da nessun ente, esso potrebbe essere considerato da una parte come un vantaggio, mentre dall’altro potrebbe essere considerato uno svantaggio.
Il motivo è presto detto.
Alcuni Stati, come ad esempio il Giappone, considerano le criptovalute come il Bitcoin una moneta di scambio.
Altri paesi invece le considerano solo e soltanto come un bene, quindi soggetto a Iva.
Per altro si deve anche prendere in considerazione il fatto che il blockchain renda queste valute fortemente tracciabili.
Da qui è difficile risalire alle identità di coloro che le utilizzano in quanto questo potrebbe anche favorire il mercato dell’illegalità, anche se non cvi sono ancora oggi delle prove certe.
Transazioni a prova di contraffazione con il Blockchain
Abbiamo dunque visto che tra le caratteristiche delle valute digitali abbiamo:
- Volatilità;
- Zero regole;
- Trasparenza delle operazioni.
Tutto questo lo si deve alla sua tecnologia che le rende estremamente tracciabili e che si basa sul sistema di blockchain.
Tutte le volte che viene effettuata una transazione, vuol dire che questa viene registrata su migliaia di server, ovvero su dei blocchi appunto.
Lo potremmo considerare come un sistema che rende molto difficile, se non impossibile, qualsiasi operazione di riciclaggio o contraffazione.
In breve tutto questo lo possiamo definire come un punto di forza delle criptovalute rispetto alle monete tradizionali in quanto ogni movimento di denaro la rende pubblica e certificata.
Ecco quindi che possiamo definire come le valute digitali sicure e senza commissioni.
Bitcoin
Se esaminiamo per esempio il Bitcoin possiamo notare come esso è stato definito il precursore di tutte le valute digitali, creato per altro nel 2009 da Satoshi Yakamoto, che altro non è se non lo pseudonimo dietro cui si nasconde lo sviluppatore.
Si deve anche considerare che la sua quotazione è partita da un valore iniziale di 10 centesimi per arrivare oggi a un valore di oltre 13mila dollari.
Esso oggi viene anche preso in considerazione anche da diversi esercizi commerciali presenti in Italia.
Vi sono anche delle società immobiliare, che offrono un servizio di vendita di lotti di case chiedendo il pagamento in Bitcoin.
Vi sono per altro alcuni vantaggi offerti dall’utilizzo di questa valuta, come ad esempio l’assenza di commissioni.
Infatti non essendo esse collegate a nessun circuito bancario, tutti gli scambi non costano nulla.
Basta scaricare gli appositi wallet e il pagamento è fatto.
A tal proposito tenevamo anche a precisare alcuni piccoli particolari.
Sappiamo come detto che a seguito di diversi mesi di crescita costante ed esponenziale dell’ultimo mese dell’anno passato, il bitcoin oggi presenta un deficit elevato, con una quotazione di mercato inferiore rispetto a quello che si era prospettato.
Per fare un esempio, se la quotazione del Bitcoin a metà di dicembre era arrivata a toccare quota 19.000 dollari, oggi vale poco più di 11.000
Il crollo della valuta in molti la attribuiscono alla bolla che è scoppiata, portandosi con se per altro anche la maggior parte delle altre valute digitali.
Tra queste anche ethereum e Litecoin, che sono tra le più quotate.
Quali sono i motivi del crollo?
A questo punto, non ci resta che analizzare i motivi per che hanno provocato la caduta libera della criptomoneta.
Questa potrebbe infatti stare nel fatto che una parte di coloro che hanno investito in Bitcoin hanno preferito ritritare i loro proventi ritirando i loro denari. In questo caso, oltre al loro guadagno si + avuto un crollo della quotazione del bitcoin.
E’ chiaro che chi ha comprato Bitcoin a prezzi ribassati come ad esempio, 1000 o 2000 dollari, ad una quotazione di 19.000 dollari o poco meno, non ha resistito dal vendere per ottenere un profitto.
In questo modo ha triplicato il suo importo investito.
Un boom di vendite dunque? Questo non ha fatto altro che portare la criptomoneta principale al ribasso, e questa si è portata dietro anche le altre.
Oggi invece con il ribasso, si registra una nuova corsa all’acquisto. Il ribasso di questi giorni apre le porte alla fine delle criptovalute che potrebberop essere acquistate da qui a breve.
La discesa dei prezzi dal canto suo offre la possibilità a coloro che desideravano investire ed erano scoraggiati di poter comprare le criptovalute ad un prezzo più vantaggioso, in attesa di nuovi aumenti.
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Ethereum: da criptovaluta a smart contract
Ethereum molti non la considerano solo una criptomoneta ma per molti è invece una smart contract, ovvero un protocollo utilizzabile per più tipologie di scambi, o contratti.
In breve lo potremmo definire come un sistema di validazione che può essere adottato dalle aziende per certificare le caratteristiche di un prodotto. Allo stesso tempo, però lo possiamo considerare come un sistema d’identità digitale.
Per altro esso presenta delle differenze con il Bitcoin. Essa si presenta non come una antagonista ai sistemi tradizionali di pagamento, anzi tutt’altro.
Infatti la tecnologia blockchain che abilita Ethereum, si basa su ben 25 mila nodi, tanto che viene anche guardata con attenzione dalle banche.
Non a caso anche J.P. Morgan nell’ Enterprise Ethereum Alliance, il gruppo internazionale che riunisce le oltre 500 startup e multinazionali, sostengono l’utilizzo di questa criptovaluta.
Ad oggi possiamo dire che la piattaforma Ethereum si presenta come una specie di mercato dei capitali. In molti lo identificano come un Nasdaq più veloce per permettere alle imprese hi-tech di finanziarsi.
Per altro ci sono anche aziende tecnologiche che hanno raccolto un miliardo di dollari in meno di due anni con la quotazione sulla piattaforma di Ethereum».
Leggi anche: Trading criptovalute: conviene investire (ancora) su Bitcoin e Etherum?
Ripple: la moneta virtuale che piace alle banche?
Infine, vi è anche un’altra valuta digitale che in molti casi è piaciuta e continua a piacere alle banche. Anche questa criptovaluta si è guadagnata il podio nella classifica delle monete virtuali, e si colloca dopo l’Ethereum e il Bitcoin.
Essa è cresciuta negli ultimi mesi a ritmi vertiginosi fino a raggiungere il 4000%.
In breve essa è stata pensata soprattutto per le banche, le quali garantiscono scambi interbancari crossborder.
Il vantaggio di utilizzare questa moneta risiede nel fatto stesso che non essendo legata a uno Stato specifico rende le transazioni più semplici e immediate.
Il sistema al momento è stato sperimentato dagli istituti di credito esteri, anche se ancora in Italia non è stato preso in considerazione.
Il suo sistema nasce per permettere trasferimenti di denaro da una parte all’altra del continente in tempi record.
Infine, si precisa che a differenza di altre criptomonete, Ripple può contare su una rete di appena 25 nodi, contro i seimila del Bitcoin.
Questa è una caratteristica molto importante che la rende più simile a un circuito chiuso, con un’organizzazione molto meno decentralizzata rispetto a quella delle altre criptomonete.
È la valuta virtuale che nel primo semestre del 2017 ha registrato la crescita più sostanziosa. Segno che molti investitori stanno puntando su di lei.
La corsa di Ripple si è interrotta?
A seguito del raggiungimento di valori record oggi possiamo dire che la criptovaluta ripple pè nuovamente crollata.
Il suo valore si è arrestato improvvisamente facendo registrare una grave flessione.
Attualmente il suo valore è inferiore ai 2 dollari, rispetto agli oltre 3,50 dollari raggiunti meno di una settimana fa.
A questo punto, molti si potrebbero chiedere se davvero convenga investire o meno sui di essa.
Per altro molti si domandano quale sia potuto essere il motivo di una discesa così repentina da parte di una delle più promettenti criptovalute in circolazione.
Se invece pensiamo positivo e consideriamo anche che fino a pochi giorni l’erede del Bitcoin non era ripple, come invece lo è adesso, è facile immaginare come essa potrebbe nel giro di pochi mesi schizzare alle stelle con il suo valore.
Trading su criptovalute
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Leggi anche: IQ Option: recensioni demo account e opinioni
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Leggi anche: eToro: recensione ed opinioni
Gli investimenti in criptovalute sono altamente volatili e non regolamentati in alcuni paesi dell’UE. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbe essere applicata un’imposta sugli utili.
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