Riforma del Renmibi – Sistema valutario Cinese
Il 19 giugno di quest’anno la banca centrale della Repubblica Popolare Cinese ha annunciato la volontà di eseguire un’ulteriore riforma del regime valutario del yuan (o renminbi) e di crescerne la flessibilità nel cambio. L’istituto cinese ha, inoltre, affermato che attualmente non esisterebbero i presupposti per un ampio apprezzamento del tasso di cambio della moneta nazionale, visto l’avvicinamento all’equilibrio del conto corrente del paese.
Da quasi due anni il renminbi è ancorato de facto al dollaro statunitense. Sebbene la banca centrale cinese abbia annunciato la riforma del sistema valutario della sua moneta, il regime de jure è rimasto invariato. Infatti, dal luglio 2005 esiste un sistema definito dalle stesse autorità locali “a fluttuazione controllata basato sulla domanda e sull’offerta di mercato con riferimento a un paniere di valute”. È necessario specificare che i pesi attribuiti alle singole monete nel paniere non sono conosciuti ma secondo vari studi nella pratica lo yuan ha rispecchiato l’andamento del dollaro attraverso l’adozione, tra il luglio 2005 e il luglio 2008, di una parità mobile e, tra il luglio 2008 e il giugno dell’anno in corso, di un cambio fisso.
A partire dal 2005 la moneta cinese ha subito un costante apprezzamento nei confronti del dollaro statunitense (circa 21% in termini bilaterali e 8% in termini effettivi nominali) tanto da obbligare le autorità cinesi a prendere provvedimenti. Infatti, nell’estate del 2008 il peggioramento delle prospettive d’esportazione e la dinamica della crisi finanziaria mondiale hanno condotto all’introduzione di modifiche nel sistema valutario. Nonostante i provvedimenti messi in atto, l’apprezzamento dello yuan ha continuato il suo percorso e ciò, associato al deprezzamento generalizzato dell’euro, ha avuto ripercussioni negative sulla competitività degli esportatori cinesi.
Negli ultimi tempi la presenza di forti pressioni inflazionistiche, derivanti anche dal mercato immobiliare, hanno reso ancor più costoso il cambio fisso con il dollaro. La possibilità di apprezzamento della moneta interna può concorrere a limitare l’inflazione derivante da fonti esterne e dare alla banca centrale una maggiore libertà nell’utilizzo dei vari strumenti di politica monetaria. Sarebbe in questo modo possibile combattere l’inflazione ed evitare contenimenti eccessivi dell’economia nazionale.
Una valutazione sulla futura gestione del tasso di cambio nel nuovo regime è ancora prematura. Le quotazioni dei non-deliverable forward (contratti a termine senza obbligo di consegna) rispecchiano l’attesa di un apprezzamento dello yuan-renminbi sul dollaro statunitense al di sotto del 2% a un anno. Gli addetti ai lavori si aspettano una maggiore flessibilità del tasso di cambio bilaterale yuan/dollaro in modo da tenere sotto controllo gli afflussi speculativi di capitale.
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