Potremmo essere sull’orlo di una guerra mondiale, ma non le guerre che siamo abituati a vedere, niente forze armate, niente stragi, non si sta parlando infatti di una vera e propria guerra in cui uomini e mezzi sono impegnati a combattere il nemico con armi, no, la guerra è una guerra valutaria. Questa affermazione, o se vogliamo preoccupazione, è sentita da molti economisti che hanno ipotizzato che tale situazione non sia solo possibile, ma che possa concretamente accadere tra circa un anno. Secondo il Vice capo della Banca Centrale Di Russia, Aleksey Ulyukaev, c’è una concreta possibilità che molti paesi, o meglio le banche centrali di molti paesi, possano manipolare i propri tassi di cambio al fine di rendere le proprie monete più competitive.
Il problema relativo a tale situazione si pone in quanto una manovra di deprezzamento di una valuta, se operata da una banca centrale, potrebbe far aumentare il valore di un’altra valuta. Nel forex infatti le valute vengono scambiate a coppie e, inevitabilmente, quando una sale l’altra scende. In questo modo, una politica monetaria improntata su quest’ottica, potrebbe danneggiare fortemente altre economie.
La preoccupazione non è condivisa solo da economisti ” piccoli “, ma anche da economisti di un certo spessore come Kaushik Basu, economista della World Bank, che prevede che la ” guerra monetaria ” possa iniziare prima del prossimo anno. Ad ogni modo, sottolinea l’economista, la preoccupazione maggiore e più attuale è quella relativa alla questione del bilancio statunitense.
LA GUERRA VALUTARIA
La guerra monetaria però sembra essere già iniziata, la Banca Nazionale Svizzera ha già attivamente combattuto un apprezzamento troppo considerevole del franco svizzero nei confronti dell’euro per favorire le sue esportazioni. Ma non è solo la Svizzera ad adottare una politica monetaria di manipolazione, anche la Bank of Japan sta adottando tale politica che mira a contenere la forza dello yen. Ma anche i funzionari europei stanno iniziando a preoccuparsi della forza dell’euro. Ad inizio settimana, il capo dell’eurogruppo Jean-Claude Juncker ha avvertito che i livelli attuali di negoziazione dell’euro sono ” pericolosamente alti ” non nascondendo il suo disagio esponendo che la moneta abbia, in soli sei mesi, guadagnato circa l’8%. Ma la guerra monetaria non si gioca solo nel fronte delle ” vecchie economie “, secondo Adam Posen, ex membro della
Bank of England, anche il Brasile e l’Australia sono pronte ad attuare una politica monetaria di questo tipo.
COSA POTREBBE ACCADERE ?
Nel caso in cui tale situazione peggiori e si inneschi quindi un meccanismo di reazione a catena il mercato forex potrebbe diventare troppo manovrabile dalle banche centrali con la conseguenza che i prezzi non rispecchino più i dati fondamentali o il sentiment di mercato. Un possibile scenario potrebbe essere quello di una paralisi dell’economia mondiale. Una situazione del genere si è già verificata negli anni 30 in cui ha portato a tassi di cambio imprevedibile e ad indebolimento del commercio a livello mondiale.
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