I cinque parametri (parte 4)
In realtà si tratta non di un vero e proprio parametro, ma di una condizione. Il sistema monetario europeo è una costruzione antecedente all’UEM. Il sistema monetario è stata un’esperienza che ha avuto lunga vita (1979 – 1998) ed ha traghettato l’Europa verso l’UEM; e quest’ultima non sarebbe sorta se il sistema non ci fosse stato. Tuttavia è utile distinguere che trattasi di due cose diverse: il sistema monetario europeo era una costruzione di grande complessità ed era molto complicato perché nasceva dall’esigenza di arrivare ad un compromesso che accontentasse molti, pur portando in sé alcune complicazioni, che sono:
La valuta paniere era l’EU: per valuta paniere intendiamo che quando nel 1979 è nato il sistema monetario,si è cercato di realizzare una nuova valuta che non fosse ancora autonoma ed indipendente. Ossia, si rifaceva ad una composizione che vedeva la presenza di tutte le valute di tutti i Paesi che aderivano. Nel caso dell’Italia, per esempio, la valuta paniera è stata stabilita dicendo che in 1€ ci sono 159 lire + 0,30 marchi tedeschi + ecc…Quindi il suo valore è legato all’andamento delle monete che la compongono. Dunque, una valuta paniere, che non circola, è comunque una moneta che consente la possibilità di stipulare dei contratti di tipo finanziario o commerciale. In Eu si potevano comprare titoli, accendere mutui, contrarre debiti. Ma per quale ragione il cambio lira/EU è stato fissato in 1936,27 lire? Perché poco dopo l’accordo di Maastricht è stato deciso che ci dovesse essere una continuità nei rapporti pre-esistenti in Europa nel momento in cui la valuta paniere fosse scomparsa e fosse nata l’UEM e quindi l’euro. Sostanzialmente chi aveva contratto un debito al 31/12/’98, già dal 01/01/’99 si è trovato con un debito dello stesso importo in euro. Questo ha portato ad una valorizzazione dell’euro in lire ed in tutte le altre valute che componevano il paniere, compatibilmente con il cambio di quel giorno, che era appunto 1936,27 lire.
Accordi di cambio: essi davano vita ad un sistema a cambi fissi con fascia di oscillazione, sistema che ha caratterizzato lo scenario degli ultimi 200 anni. Ed a tale proposito esistono due modelli teorici di riferimento; uno si riferisce ad un sistema molto semplice basato sul meccanismo della domanda e dell’offerta. L’altro invece è un sistema a cambi flessibili, che è il modello che prevale tutt’oggi. Questo secondo modello è stato presente dal secondo dopo guerra fino a i giorni nostri e mirava a dare molta stabilità alle valute: l’esempio più banale è quello che riguarda la valuta italiana fissata a 625 lire per 1$ con una fascia di oscillazione estremamente contenuta nell’ambito dello 0,75% in più o in meno. Quindi, il cambio suddetto poteva variare da un massimo di 629,50 fino ad un minimo di 620,5. In realtà questo sistema ha funzionato per qualche anno, ma oggi giorno possono esserci oscillazioni multiple della fascia stessa.
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