Conseguenze referendum Brexit per Regno Unito e Europa

Pubblicato da SimoneDP -

Il prossimo 23 Giugno 2016 gli inglesi saranno chiamati a votare per il “temutissimo” referendum Brexit, il quale rischia di sancire l’uscita dall’Unione Europea del Regno Unito. Una possibilità quindi non così remota: il Regno Unito potrebbe davvero decidere di distaccarsi dall’Unione Europea, dopo anni che serpeggiava il malcontento tra una parte della popolazione e politici. Sono stati molti i politici che si sono già schierati, come il sindaco di Londra Boris Johnson schieratosi fortemente a favore di una potenziale uscita dall’Unione Europea. O come il Primo Ministro David Cameron, schieratosi, ovviamente, contro l’uscita dall’Unione Europea. Resta il fatto che il destino del Regno Unito si trova ad un bivio molto importante. Un bivio che potrebbe avere anche conseguenze sugli altri paesi dell’Eurozona. Già il solo fatto di indurre un referendum per votare su una potenziale uscita dall’Unione Europea, bisogna ammettere che non è visto di buon occhio dai restanti paesi dell’Eurozona.

Vi saranno quindi risvolti politici in entrambi casi, sia che il Regno Unito voti a favore dell’uscita, sia che voti a sfavore dell’uscita. Di certo cambieranno i risvolti economici, molto più importanti nel primo caso. Andiamo quindi ad analizzare quali potrebbero essere le conseguenze economiche non solo per il Regno Unito, ma anche per i paesi europei, in caso di uscita del Regno Unito.

Referendum Brexit: conseguenze economiche disastrose o solo bufale?

Sin dalle prime settimane dell’annuncio del referendum Brexit, svariati analisti finanziari e politici di diversi schieramenti si sono “divertiti” nello snocciolare report e stime sulle conseguenze economiche di una scelta così importante per il futuro di un paese come il Regno Unito. Da una parte c’è chi dice che le stime economiche sono sempre esagerate e pessimiste, dall’altra chi invece afferma che siano la realtà. Insomma, ognuno ama tirare l’acqua al proprio mulino. Anche perché in queste settimane stanno proprio iniziando le campagne a favore e sfavore del referendum Brexit, per invogliare gli inglesi a votare per il fatidico si oppure per il no. Resta il fatto che non si possono ignorare le conseguenze economiche che andrebbero ad affliggere il Regno Unito. Dopotutto, i paesi facenti parte dell’Unione Europea godono di scambi e accordi commerciali molto vantaggiosi, in primis l’assenza dei dazi doganali. Per non parlare di politiche di commercio sempre più “standardizzate”, rendendo quindi più facile per le aziende e società di una nazione investire nei restanti paesi dell’Eurozona. Una serie di vantaggi notevoli e che ovviamente non finiscono qui, perché la lista è davvero lunga. Per fare un esempio riguardante la vita quotidiana, basta pensare al fatto che si necessita solamente della carta di identità per viaggiare in paesi dell’Eurozona e non più il passaporto.

brexit

Se il Regno Unito uscisse dall’Unione Europea a causa del referendum Brexit, tutti questi vantaggi commerciali verrebbero cancellati. La London School of Economics ha stilato un rapporto alquanto dettagliato sullo scenario che si prospetterebbe al Regno Unito in caso di successo del si al referendum Brexit. Dal rapporto si evince come i danni principali sarebbero causati proprio dalla cessazione degli accordi commerciali in vigore, ma anche dalla scomparsa di investimenti esteri su suolo britannico (o comuque su un forte ridimensionamento). L’impatto stimato in cifre sarebber di £6400 per ogni famiglia britannica. Cifra che moltiplicata per le 27 milioni di famiglie del Regno Unito si trasforma in un costo pari a 173 miliardi di sterline. Questo sarebbe lo scenario peggiore tra i tutti possibili. Parlando invece nel breve-medio termine, i costi dell’uscita del Regno Unito dall’Europa si aggirerebbero intorno ai 26-55 miliardi di sterline.

Se il referendum Brexit quindi andasse a buon fine, il Regno Unito avrebbe non poche difficoltà da affrontare. Oltre ai costi immediati sopracitati, bisogna ricordare il netto calo di investimenti esteri e la scomparsa degli accordi commerciali esistenti. Pure se il Regno Unito aumentasse gli scambi commerciali con le altre economie mondiali come USA, Cina e India, non riuscirebbe mai a colmare il gap che si verrebbe a creare dall’assenza dei paesi europei come partner commerciale. Per non parlare del tenore e qualità di vita delle famiglie britanniche. Il report della London School of Economics si è infatti poi concentrato su questo altro delicato fattore. Queste in sintesi le parole salienti del report riguradante il referendum Brexit:

[blockquote style=”1″]“Malgrado sia sempre difficile affermare cosa possa scaturire nel futuro da un punto di vista economico, visti i numerosi fattori di incertezza, dal nostro studio è emerso chiaramente che la riduzione nel commercio causata dalla Brexit porterebbe ad un abbassamento del tenore di vita britannico. E, ancora più importante, le perdite che le famiglie dovrebbero sopportare sarebbero molto più grandi di qualsiasi vantaggio fiscale che il Regno Unito possa ottenere da un suo abbandono dell’Unione Europea.”[/blockquote]

Referendum Brexit: le conseguenze economiche per l’Europa

Per quanto riguarda gli altri paesi dell’Eurozona e le loro economie: quali sarebbero le conseguenze? Bisogna precisare che la situazione sotto questo punto di vista è certamente migliore rispetto a quella a cui andrebbe contro il Regno Unito in caso che il referendum Brexit abbia successo. I paesi dell’Eurozona avrebbero delle conseguenze più lievi per quanto riguarda le loro economie, contando tra l’altro il fatto che il Regno Unito non adotta l’euro e dal punto di vista monetario non cambierebbe assolutamente nessun equilibrio. Andando sul concreto quindi, possiamo prendere in considerazione il rapporto di uno studio della Bertelsmann Stiftung in collaborazione con l’Ifo Institute di Monaco.

In tale studio, venivano considerate le conseguenze dell’uscita del Regno Unito per quanto riguarda la Germania, economia trainante dell’Eurozona. In questo caso, la Germania brucerebbe 8,7 miliardi di euro di PIL, mentre nel caso più sfavorevole andrebbe a perdere ben 58 miliardi di euro di PIL. Ciò significa che in termini di PIL pro capite, la perdita si attesterebbe da un minimo di 100 euro fino ad un massimo di 700 euro. Per quanto riguarda il settore industriale invece, il comparto automobilistico avrebbe la peggio con perdite stimate intorno al 2%, seguito a ruota dal settore dell’elettronica, siderurgico ed infine alimentare. Inoltre, per compensare la mancanza dei contributi del Regno Unito al budget europeo, la Germania dovrebbe versare altri 2,5 miliardi di euro in più rispetto a quanto già versa nelle casse dell’Unione Europea.

Conseguenze economiche quindi limitate e non complicate come quelle che dovrebbe affrontare il Regno Unito. Ma le vere conseguenze, forse quelle più temute dai sostenitori dell’Unione Europea, sono di tipo politico. Infatti, se il referendum Brexit dovesse avere la meglio, l’uscita del Regno Unito rischierebbe di mettere in serio pericolo la stabilità politica dell’Europa. Se non la sua stessa esistenza. Infatti, molti altri paesi (in primis Grecia, Portogallo e Spagna, ma anche la stessa Italia) potrebbero valutare seriamente di effettuare una mossa simile, puntando ad un referendum per uscire di scena dall’Unione Europea. Dopotutto, sono questi i paesi che stanno soffrendo di più le riforme di austerity imposte dall’UE, ed il rischio è che certi partiti politici facciano leva proprio sul sentimento anti-europa che sta largamente crescendo in una parte della popolazione. Tra la lista dei paesi a rischio uscita vi sarebbe anche la Francia, come le vittorie alla regionali del partito di Marin Le Pen stanno dimostrando. Il rischio maggiore quindi è la fine dell’Unione Europa, con forti ripercussioni sul sistema economicoe finanziario di tutti i paesi dell’Eurozona. Un male che sia i politici che gli esponenti di spicco della finanza (banche in primis) vorrebbero evitare.

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