Commodities: volatilità, andamenti e rischi
Il peggioramento dello scenario internazionale ha negativamente influenzato il settore delle materie prime. La situazione più grave è quella del settore energetico in cui i prezzi delle risorse presentano alta volatilità e assenza di trend di medio termine.
Contraddistinti da volatilità accettabile e da trend di medio ben impostato sono i metalli preziosi, soprattutto l’oro, e per le soft commodities il caffè. Per quanto riguarda lo zucchero, non è prevista, dopo il brusco calo del 1° trimestre 2010, un incremento nelle quotazioni.
Se si estende il discorso ai titoli di imprese operanti nel settore delle risorse di base non è possibile analizzare i corsi azionari limitandosi all’osservazione del solo andamento del sottostante. Come risaputo, il rischio di mercato condiziona i titoli azionari, indipendentemente dal settore di appartenenza. Vista l’elevata volatilità è necessario, per compiere scelte vantaggiose, fare attenzione sia ai prezzi delle materie prime sia ai benchmark azionari, europei o statunitensi che siano.
Per quel che riguarda l’operatività in materie prime in senso stretto (non in titoli del settore) è utile tenere a mente che spesso agli altri fattori di rischio deve essere sommato a quello di cambio.
L’elevata volatilità dei corsi del settore trova una giustificazione nell’intenso legame tra le risorse di base e i paesi emergenti, caratterizzati da indici di piazza molto volatili. Infatti, da tempo la crescente richiesta di materie prime dalla Cina e dai paesi emergenti è oggetto di scommessa.
Avete mai provato a pensare quanto le condizioni climatiche possano influire sul mercato? Negli Stati Uniti il primo giugno ha avuto inizio la stagione degli uragani e quella … delle speculazioni sulle materie prime! Nel mirino non vi è solo il future sul succo d’arancia, le cui coltivazioni della Florida sono fortemente a rischio. Dato che gli uragani rallentano in modo notevole le attività di estrazione, gli impianti di sfruttamento del petrolio e del gas potrebbero, in base all’intensità delle tempeste, addirittura interrompere momentaneamente l’attività. La speculazione sui future è dietro l’angolo!
Proprio in prossimità delle date in cui, secondo le rilevazioni effettuate negli ultimi 100 anni, è più frequente la presenza di uragani (da metà agosto a metà ottobre) le quotazioni delle principali materie prime potenzialmente interessante a questo tipo di evento naturale registrano movimenti più intensi.
Elisa GHIONE
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