Banca D’Inghilterra – 7 settembre
Il livello di inflazione che si registra nel Regno Unito (+3,1% annuo, attualmente) non ha pari nelle economie mature, che a una crescita lenta e faticosa accompagnano, comunque, quantomeno un contenimento dell’incremento dei prezzi. Proprio per questo la decisione di tenere i tassi ai minimi storici allo 0,5%, ormai da 19 mesi, è a ogni rinnovo un po’ meno sostenibile.
L’arretramento dai massimi (era arrivata al 3,7%) non consentono comunque di sperare concretamente di ricondurre l’inflazione al livello programmato (2%) per fine anno. Questi dati suscitano mugugni nel board della banca centrale, non c’è accordo completo sul mantenere i tassi a livello così basso.
Intanto la sterlina va apprezzandosi, in questo scorcio di settimana, per via dei flussi in acquisto generati sul mercato dei titoli di Stato britannici dalla nuova emissione con scadenza 2047.
Al momento la Gran Bretagna può ancora farsi forte di un +1,2% del Pil nel secondo trimestre rispetto al primo. Una crescita doppia rispetto a quella attesa, ma sul futuro immediato della quale la Banca d’Inghilterra resta molto prudente, avendo rivisto al ribasso, ad agosto, le stime per l’intero anno.
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