JP Morgan ci consiglia le valute da comprare in caso di recessione e guerra commerciale
Se la guerra commerciale degli Stati Uniti con la Cina dovesse aggravarsi, o una recessione globale dovesse comparire all’orizzonte, meglio rifugiarsi su franco svizzero, dollaro di Singapore, dollaro USA e yen giapponese. A sostenerlo sono gli analisti di JPMorgan Chase & Co, che dunque offrono una raccomandazione piuttosto puntuale e precisa di quel che converrebbe fare in caso di maggiori criticità internazionali.
“Le recessioni portano i creditori a chiedere indietro i loro soldi”, hanno detto gli analisti dell’istituto in una nota dello scorso 6 luglio. “Tre delle quattro principali valute da possedere durante una recessione sono quelle dei Paesi che vantano posizioni esterne estremamente forti” – hanno poi proseguito, con qualche dettaglio che di seguito andiamo a riassumere.
In particolar modo, non è noto che lo yen giochi un ruolo importante durante le recessioni, mentre la valuta americana potrebbe beneficiare di simili contesti perché, come valuta di finanziamento predefinita per tutto il mondo, gli operatori avranno bisogno di riacquistare dollari quando le banche e le società tenderanno a delocalizzare le proprie attività durante le recessioni, hanno poi detto gli strateghi di JPMorgan. Il biglietto verde ha già sovraperformato negli ultimi mesi, e non è un caso che lo abbia fatto proprio in seguito all’intensificarsi delle tensioni commerciali.
Per la cronaca, il team di JP Morgan ha affermato che parlare di una recessione a questo punto è “prematuro“, sebbene abbia concluso che è anche “ragionevole” riesaminare i piani di emergenza tra la probabilità di un’ulteriore escalation delle tensioni commerciali.
Le valute dei mercati emergenti sono invece viste di occhio meno positivo, considerato che sono particolarmente vulnerabili ai rallentamenti, con un deprezzamento medio del 17% in un periodo di due anni a cavallo dell’inizio di una recessione, ha dichiarato JPMorgan. Il dollaro neozelandese è “di gran lunga il peggiore tra le valute del G10 in recessione, con una perdita media dal 7 all’8 per cento”, si legge nel rapporto.
JPMorgan ha attinto alla ricerca della performance valutaria nelle ultime cinque recessioni. Sebbene lo yen abbia storicamente prestazioni meno impressionanti rispetto alle altre tre coperture chiave, questa volta il suo tasso di cambio effettivo reale, una misura che si adatta all’inflazione relativa e ai flussi commerciali, è inferiore del 23% rispetto alla media dei 40 anni. Ciò significa che la valuta giapponese dovrebbe “costituire una parte centrale di ogni copertura recessiva”, hanno scritto gli strateghi. JPMorgan prevede che lo yen riuscirà ad evolversi a quota 108 a settembre e a 106 a dicembre, contro un’attuale soglia di 100.
La banca ha infine affermato, separatamente, che il dollaro dovrebbe estendere i recenti guadagni contro l’euro dopo il miglioramento dei dati economici dalla zona valutaria unica europea.
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