Forex trading, come investire se la crisi dovesse esplodere
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Dopo anni di crescita continua, il ciclo economico sembra essere giunto a una possibile inversione. I segnali di una nuova crisi sono infatti sempre più forti e, anche se per il momento è presto per poter parlare di una recessione globale, è comunque utile cercare di capire come comportarsi se effettivamente le cose dovessero mettersi al peggio.
Crisi economica 2019 è davvero possibile?
La risposta è positiva, ma non ci sono né certezze né grandi probabilità. Se infatti è vero che i segnali che sono finora arrivati non sono particolarmente confortanti, è anche vero che stiamo vivendo un rallentamento tutto sommato fisiologico dopo un ciclo economico dinamicamente espansivo, e che comunque è difficile compiere eccessive generalizzazioni.
Tra le varie macro aree globali, quella ad esser messa peggio sembra essere l’Europa, dove i segnali di crisi sono più ingenti. Sia sufficiente dare uno sguardo ai trimestri negativi di Germania e Italia, al pessimismo dilagante, ai tassi di disoccupazione troppo elevati, alle incertezze politiche e fiscali, all’aleatorietà sulle misure della BCE, e così via.
Guerra commerciale Cina – USA, tregua o peggioramento?
Tra i grandi timori del prossimo futuro a breve termine potrebbe inoltre esserci l’inasprimento della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti.
Il tentativo di riconciliazione avvenuto al G20 di Buenos Aires poche settimane fa non sembra convincere gli analisti che – anzi – pensano che tra breve le cose torneranno a peggiorare. Insomma, nel 2019 è alto il rischio di ricadute in questa guerra commerciale, con le diplomazie alacremente al lavoro per poter evitare un’escalation.
Rallentamento economico degli Stati Uniti
Gli Stati Uniti arrivano al 2019 forti di un ciclo economico fortemente espansivo, con il 2018 che ha addirittura rappresentato un’accelerata grazie alle misure di stimolo fiscale. Ma per quanto tempo ancora l’economia statunitense può durare con questo tasso di crescita? La risposta è… poco, molto poco. A pesare sarà la già citata guerra commerciale, ma anche il fatto che – con un Congresso diviso – l’amministrazione Trump farà molta fatica a prolungare il supporto fiscale all’economia nazionale.
Rallentamento economico della Cina
Anche la Cina ha i suoi evidenti problemi, con un’economia in decisa decelerazione. Il colosso asiatico dovrà da una parte cercare di proseguire senza shock il suo percorso di migrazione da un’economia a trazione export a una economia più moderna, e dall’altra parte dovrà evitare le peggiori ripercussioni della guerra commerciale con gli USA. E, c’è da giurare, non sarà compito facile.
Politiche monetaria restrittive
Le politiche monetarie di tutto il mondo stanno cambiando. In Europa, ad esempio, il quantitative easing è oramai giunto agli sgoccioli, mentre dopo anni di rialzo dei tassi la Fed potrebbe avere qualche ripensamento. Come si legheranno le politiche monetarie in mutamento da parte delle banche centrali, con un’economia in difficoltà? La risposta rischia di essere un’incognita.
Incertezza politica
Vi è poi un ultimo grande dilemma: che cosa succederà all’interno dei singoli Stati o delle singole macro aree internazionali, come l’Unione Europea? L’incertezza politica e sociale sembra essere piuttosto elevata, e sarebbe opportuno non sottovalutare i segnali che negli ultimi mesi sono arrivati, soprattutto in seno al vecchio Continente. Dalla Brexit al governo del “cambiamento” in Italia, dalla rivolta dei gilet gialli in Francia al declino (parzialmente programmato) di Merkel, la nuova Europa si sta affacciando all’orizzonte.
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