Forex Rublo, cosa attendersi da qui a fine anno dopo l’ultima riunione della Banca Centrale
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La Banca Centrale Russa ha tagliato il target rate dei 50 basis points, conducendo il tasso di riferimento al 10%: una decisione che è figlia del clima di recessione economica in atto nel Paese, e che sembra essere influenzata altresì dal rallentamento dell’inflazione. Cerchiamo allora di capire quali siano i presupposti alla base di tale decisione, e che cosa possiamo lecitamente attenderci da qui alla fine dell’anno.
Rublo: le decisioni della Banca Centrale Russa
La Banca Centrale Russa ha deciso, a conclusione della riunione prevista per il mese di settembre, di tagliare di 50pb il target rate, su un livello che era oramai stabile dalla riunione del mese di giugno, e conducendo il tasso di riferimento al 10%. La decisione, in buona parte attesa dal mercato, è come detto basata soprattutto su uno scenario di riferimento per i prezzi che vede l’inflazione e le aspettative d’inflazione entrambe in calo, a fronte di un’economia debole e ancora in recessione.
In particolare, con riferimento allo scenario macroeconomico appena accennato, è vero che il PIL appare essere in recupero, ma è altrettanto vero che il Paese si conferma in recessione, con una variazione pari a -0,7% nel corso del terzo trimestre dell’anno, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Gli indici PMI manifatturiero e dei servizi sono tornati invece solo da poco sopra la soglia di 50 punti, mentre la disoccupazione è finita finalmente in calo. L’inflazione rimane elevata al 6,9% ma in forte calo dai massimi del 15-16% toccati nel 2015. Il recupero delle quotazioni petrolifere dai minimi ha inoltre favorito l’economia del paese consentendo un recupero dallo shock causato dal calo del prezzo del greggio e dalle sanzioni imposte al paese per la vicenda ucraina.
Insomma, una situazione che appare essere in tiepido miglioramento, e che potrebbe altresì essere supportata dal positivo (almeno per il governo) esito del recente appuntamento elettorale per il rinnovo dei seggi della Duma, il Parlamento russo. Il partito del presidente Putin ha infatti conquistato più del 50% dei voti conservando dunque la maggioranza assoluta.
Rublo: rating
Per quanto concerne i rating, Fitch, l’unica delle 3 agenzie che ancora classifica la Russia al livello Investment Grade (BBB- /Negative) ha dichiarato di voler risolvere il proprio Outlook Negativo entro marzo 2017. Standard & Poor’s, invece, ha annunciato di aver migliorato l’outlook del Paese: secondo gli analisti dell’agenzia di rating statunitense, infatti, il Pil del Paese è visto in incremento dell’1,6% nei prossimi tre anni, abbandonando così lo stato recessivo, nonostante le sanzioni che sono state imposte dall’Europa a Mosca, per la già ricordata questione ucraina. Una nota dell’agenzia di rating afferma altresì che i rischi esogeni si sono ridotti in misura significativa in un contesto in cui l’economia del Paese deve fare i conti con il doppio shock legato da una parte ai bassi prezzi del petrolio, e dall’altro lato alle sanzioni imposte da UE e USA. Standard & Poor’s ha dunque rivisto al rialzo l’outlook da negativo a stabile, confermando invece il rating di credito di lungo e breve termine, invariato a BB+/B.
Rublo: investimenti in obbligazioni convengono
Un altro tema particolarmente caro ai trader che strizzano l’occhio con convinzione a quello che accade all’interno del mercato russo, riguarda gli investimenti nei bond denominati in rubli. La Banca Centrale Russa ha annunciato di voler far ripartire le vendite di bond Obr, dopo aver riaperto i collocamenti di quelli internazionali, al fine di assorbire l’eccessivà liquidità presente sul mercato. Le emissioni dovrebbero essere a 3, 6 e 12 mesi, con una cedola trimestrale e un tasso che sarà uguale a quello di riferimento per la Banca centrale. Per quanto concerne i rendimenti, il decennale russo è tornato intorno all’8%, mentre il bond Russia con scadenza 2027 e cedola all’8,15% è finalmente tornato sopra la pari dopo tre anni.
Rublo: il futuro delle decisioni di politica monetaria
Per quanto concerne le prospettive future di politica monetaria, la guidance appare restrittiva, con tassi di riferimento fermi secondo quanto anticipato dal governatore Nabiullina, nel corso del 2016 e un’apertura a possibili ulteriori tagli nel primo o secondo trimestre del 2017. La prossima riunione della Bank of Russia è prevista per il 28 ottobre.
A nostro giudizio, dunque, difficilmente il Paese andrà incontro a nuovi tagli dei tassi di riferimento nei prossimi mesi. Molto dipenderà comunque dall’evoluzione dei dati macro: per il momento i vertici della Banca Centrale ritengono che il tasso di interesse di riferimento debba superare l’inflazione di almeno 3 punti percentuali. Per Nabiullina, inoltre, il tasso di interesse reale, calcolato come differenziale tra il livello di inflazione e il tasso di riferimento della Banca Centrale, dovrebbe restare tra 2,5 e 3 punti percentuali nel lungo periodo.
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