Euro apre al ribasso sulla scia dei risultati tedeschi
In chiusura della scorsa settimana l’euro ha quasi riassorbito il calo che aveva vissuto nel periodo successivo al FOMC statunitense, tanto che nella giornata di venerdì la valuta unica europea era riuscita a riaffacciarsi brevemente sulla quota 1,20 EUR/USD, supportato da positivi dati macroeconomici. Nell’area euro, infatti, i PMI relativi al mese di settembre hanno generato una positiva sorpresa, denotando un incremento contro attese di stabilizzazione o di lieve calo.
Tuttavia, nella mattinata di oggi l’euro ha aperto al ribasso, scendendo sotto soglia 1,19 EUR/USD, indebolito probabilmente dall’esito delle elezioni tedesche che, pur sancendo la riconferma di Merkel (per il suo quarto mandato di fila) ha comunque visto un significativo indebolimento sia del suo partito, la CDU, sia dell’ex alleato SPD, a vantaggio della destra nazionalista di AfD (Alternative fur Deutschland), che ha invece guadagnato ampi consensi e che, superando il 13%, segna un piccolo record che preoccupa non poco gli analisti internazionali: è infatti la prima volta dal dopoguerra a questa parte che un partito di estrema destra riesce a entrare in parlamento.
Rimane ora da comprendere in che modo si evolveranno gli scenari futuri, con la SPD di Schulz che ha già annunciato di volersi mettere all’opposizione, lasciando quindi margini per una possibile ma non facile coalizione della CDU con i liberali e con i verdi, le cui distanze su alcuni temi chiave (come l’Europa) sono tuttavia piuttosto ampie.
Logico, a questo punto, pensare che nei prossimi giorni i mercati saranno particolarmente attenti all’evoluzione di tale tema, accompagnando l’interpretazione con quella degli sviluppi sul fronte macro, che vedono imminente l’uscita dell’IFO tedesco (attese per un lieve aumento), e quindi la fiducia delle imprese francesi, la fiducia delle imprese italiane, l’indice di fiducia complessivo dell’area, la prima stima dell’inflazione area euro di settembre. Complessivamente, le attese da parte degli analisti sono per una conferma che la ripresa economica possa proseguire a ritmi robusti, con il picco che rimane però alle spalle, e per una lieve salita dell’inflazione.
Altro elemento che varrà la pena definire è legato ai numerosi interventi della Banca Centrale Europea e, in particolare, alle dichiarazioni di Draghi, dalle quali però non ci attendiamo grandi spunti. Prevediamo dunque un euro sotto pressione anche nei prossimi giorni.
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