EUR/USD ancora in ribasso, pressioni da policy Fed
Il cross EUR/USD sta estendendo il suo declino al di sotto del livello di 1.1250, erodendo ogni guadagno intraday, nella considerazione che l’inflazione di giugno negli Stati Uniti sta generando dubbi su quanto possa essere aggressiva la policy della Federal Reserve nel mese di luglio, e nel meeting successivo.
L’aumento del reddito, la buona occupazione e la prosperità economica generale stanno sostenendo la fiducia dei mercati, ma il mercato sta facendo emergere una valutazione sempre più propensa a un’azione decisa del FOMC nel meeting di luglio, evidentemente influenzato non tanto dal presente, quanto dalle aspettative future.
Sul fronte tecnico, la coppia EUR/USD ha dapprima toccato quota 1.1285, massimo giornaliero, sulla scia del forte slancio del mercato azionario, che sta supportando le valute ad alto rendimento, per poi ritracciare al ribasso, mantenendosi al di sotto della media mobile semplice a 100 giorni, ma trovando comunque supporto intraday intorno alla media a 200 giorni. Gli indicatori tecnici hanno perso forza direzionale, generando un territorio quasi ipercomprato, e mantenendo così il rischio orientato al rialzo.
Per quanto attiene invece l’analisi fondamentale, la coppia EUR/USD aveva raggiunto quota 1.1280 durante la notte scorsa, sostenuta dalla persistente debolezza del dollaro a seguito della testimonianza del numero 1 della Federal Reserve, Powell, Fed sulla politica monetaria, di fronte ad una speciale commissione del Congresso. La coppia si è poi consolidata su un terreno più sostenuto per la maggior parte della sessione europea, riprendendo il suo avanzamento verso i nuovi massimi settimanali prima del rilascio dei dati macroeconomici statunitensi.
La valuta è comunque rimasta piuttosto forte nonostante i verbali della riunione della BCE abbiano dimostrato che i responsabili politici dell’UE sono pronti ad allentare ulteriormente la policy, utilizzando tutti gli strumenti disponibili, tra cui la ripresa dell’APP e la riduzione dei tassi. La notizia non ha sorpreso il mercato, in quanto l’ulteriore allentamento nell’Unione era già stato in parte prezzato. Sul fronte del calendario economico, segnaliamo che la Germania ha pubblicato la versione definitiva dell’inflazione di giugno, risultata leggermente migliore di quanto stimato in precedenza, in aumento dello 0,3% e dell’1,5% nella versione armonizzata con l’UE.
Il dollaro ha avuto un certo sostegno dopo la pubblicazione dei dati statunitensi, migliori del previsto, dato che i dati sull’inflazione di giugno sono stati rivisti al rialzo. Il Core CPI è aumentato del 2,1% a/a e dello 0,3% su base mensile compensando in parte il sentiment innescato da Powell. Inoltre, i sussidi di disoccupazione settimanali sono scesi a 209 mila unità nella settimana terminata il 5 luglio, superando le aspettative del mercato di 223 mila unità.
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