Cresce l’avversione al rischio sul Forex: bene lo yen, male il dollaro

Pubblicato da Roberto Rais -

Una pericolosa escalation nel Russia-gate sta provocando improvvisi smottamenti in un mercato valutario che aveva appena iniziato a divenire più “decifrabile” agli occhi degli investitori interessati a porre in essere posizioni di medio termine sulle principali valute di negoziazione. E invece, le ombre di un possibile impeachment su Donald Trump hanno generato delle situazioni di nuova avversione al rischio, penalizzando il dollaro USA e beneficiando lo yen e gli altri safe haven per eccellenza.

Vediamo tuttavia in un livello di maggior dettaglio che cosa potrebbe essere lecito attendersi nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, e orientare così di miglior conseguenza il proprio trading sul Forex.

Dollaro: Trump cancella i guadagni ottenuti negli ultimi mesi

Cominciamo a fornire uno sguardo al dollaro, che giorno dopo giorno sta subendo importanti correzioni in grado di ricondurre la valuta verde sui livelli immediatamente precedenti la vittoria di Trump a novembre dello scorso anno. Come abbiamo già fatto cenno, a provocare tale nuovo cedimento sono state le nuove tensioni in merito alle informazioni top secret che Trump avrebbe passato alla Russia, e che hanno di conseguenza determinato l’avvio di una nuova indagine sui rapporti tra la Russia e la campagna elettorale di Trump, nominando alla guida dell’inchiesta il consigliere indipendente R. Mueller, ex direttore dell’FBI. L’escalation della vicenda ha sollevato lo spettro dell’impeachment: un evento che è intuibilmente molto grave, tanto che il suo solo timore ha fatto scendere le borse USA e i rendimenti, sia sul tratto breve che su quello lungo della curva.

A giudizio dei principali analisti economico finanziari, nel breve termine il dollaro statunitense rimarrà fortemente esposto a nuovi cali, soprattutto se i dati macroeconomici continueranno a essere di natura mista come quelli dell’ultima settimana. Oggi il Philly Fed è stimato in calo: la flessione eventuale non dovrebbe rappresentare un peggioramento delle condizioni di base, ma solamente una loro normalizzazione. Al di là del breve se le tensioni politiche rientreranno il dollaro dovrebbe recuperare, data la prospettiva di altri due rialzi dei tassi Fed, ma solo parzialmente, perché tali rialzi sono perlopiù scontati dal mercato.

Euro in risalita, ma si attende un ruolo più attivo della BCE

In corrispondenza di quanto sopra, l’euro è salito ulteriormente, favorito non solamente dall’escalation del Russia-gate, quanto anche dall’attesa dichiarazione di Draghi, nel breve termine. Appare evidente, a questo punto, come gli sviluppi politici USA aumentano i rischi verso l’alto sulla moneta unica, per cui verrà rivista con tutta probabilità verso l’alto almeno parte del profilo atteso del cambio. Per poter valutare meglio l’entità di tale revisione è comunque necessario attendere i prossimi discorsi BCE in agenda oggi, e in particolare quello di Draghi.

A prescindere dalle vicende politiche USA, in questa fase le mosse della BCE saranno cruciali per la dinamica dell’euro e si giocano soprattutto a livello di comunicazione e retorica, dal momento che per ora i parametri di policy resteranno invariati, con il focus che è tutto sulla modifica della guidance sui tassi. Alla luce però degli sviluppi degli ultimi giorni i discorsi BCE, quello di Draghi in particolare – ricorda un dossier ISP – potrebbero essere un’occasione per fare anche delle dichiarazioni sul cambio: ai livelli attuali infatti, in assenza di nuovi shock, il rischio è che l’euro possa intraprendere un’accelerazione rialzista eccessiva, che avrebbe implicazioni non irrilevanti sulle tempistiche del processo di normalizzazione della politica monetaria.

Sterlina: nuovi massimi contro dollaro in attesa dei prossimi test

La sterlina è riuscita a consolidare contro dollaro statunitense, raggiungendo un nuovo massimo a 1,2990 GBP/USD. Il supporto a questa nuova spinta è stato favorito sia dal generale indebolimento del biglietto verde sia dai buoni dati sul mercato del lavoro, i quali hanno visto un lieve aumento della crescita delle retribuzioni, come atteso, e un calo del tasso di disoccupazione, inatteso. Contro euro la valuta britannica si è invece indebolita. Gli occhi degli analisti e dei trader sono ora puntati sulle nuove prove a cui sarà sottoposta la sterlina e, in particolar modo, ai prossimi appuntamenti macro: quelli imminenti fanno riferimento ai dati sulle vendite al dettaglio di aprile, per le quali ci si attende un rimbalzo, e che potrebbe fornire una chiara indicazione sull’evoluzione dei consumi nel secondo trimestre.

Yen: nuova affermazione in condizioni di avversione del rischio

Come era ampiamente lecito attendersi, la crescita dell’avversione del rischio ha generato immediato beneficio per lo yen, che si è apprezzato nuovamente passando da 113 a 110 USD/JPY. Nell’ipotesi in cui il quadro politico USA dovesse deteriorarsi ulteriormente si potrebbe rischiare un ritorno sotto la soglia chiave di 110 USD/JPY. Al di là delle difficoltà statunitensi di breve termine, dovrebbero invece tornare a prevalere i fondamentali, e il riallargamento atteso dei differenziali di tasso con gli USA dovrebbe far indebolire di nuovo lo yen. Un apprezzamento troppo ampio penalizzerebbe le esportazioni, che stanno invece favorendo la crescita in questa fase.

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