Cambio EUR/USD, i riflessi dell’accordo fase uno tra USA e Cina
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Negli ultimi mesi sul nostro sito ci siamo lungamente occupati della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, cercando di capire quali potessero essere i riflessi sul cambio euro dollaro.
Ora, considerato che in questo mese che si accinge alla conclusione sono stati raggiunti gli accordi per la c.d. fase uno delle trattative commerciali, è lecito cercare di comprendere se e quali saranno le ripercussioni sul Forex.
Firma ai primi di gennaio
Per far ciò, iniziamo con il rammentare che il rappresentante al commercio Lighthizer ha affermato che dovrebbe siglare l’accordo insieme al vice-premier cinese Liu He all’inizio del mese di gennaio 2020, e che l’accoro entrerà in vigore 30 giorni dopo. In questo frangente, comunque, le diplomazie dei due Paesi continueranno a lavorare, conducendo negoziati su temi che, ovviamente, non sono inclusi nella fase uno, ma che potrebbero coinvolgere la fase due
Attenzione, però, a pensare che la fase due sia in procinto di iniziare subito dopo l’entrata in vigore della prima. Lo stesso presidente Donald Trump ha infatti rammentato che i negoziati per la fase due potrebbero essere rinviati a dopo le elezioni presidenziali, e dunque alla fine del 2020, sebbene la Cina sembra avere interesse a stringere i tempi.
Considerato che non c’è una posizione ufficiale, è possibile che i progressi sulla fase 2 slitteranno almeno a metà 2020.
Cosa prevede l’accordo di fase uno
Chiarito quanto sopra, cerchiamo di comprendere che cosa preveda nel dettaglio l’accordo per la fase uno, a cominciare dal fatto che, in seguito a ciò, gli Stati Uniti hanno evitato di attuare il rialzo programmato dei dazi per lo scorso 15 dicembre su 156 miliardi dollari di importazioni dalla Cina (prevalentemente beni di consumo) e hanno dimezzato i dazi imposti a inizio settembre su circa 120 miliardi di dollari di import, dal 15% al 7,5% (con attuazione 30 giorni dopo la sigla dell’accordo).
Dal canto suo, la Cina ha assunto l’impegno di incrementare gli acquisti di prodotti agricoli di 32 miliardi di dollari nei prossimi due anni e, in questo modo, l’acquisto totale di prodotti agricoli da parte della Cina dovrebbe essere condotto a 40 miliardi, con possibilità di essere innalzato a 50 miliari entro la fine del prossimo anno, anche se Lighthizer ha addirittura anticipato che questi acquisti sarebbero parte di un obiettivo di maggiori esportazioni complessive verso la Cina di 200 miliardi di dollari in due anni.
I problemi dell’accordo
Ad ogni modo, non mancano i punti interrogativi che potrebbero minare la stabilità dell’accordo. Su tutti, il fatto che gli obiettivi di acquisto dei prodotti agricoli vengano effettivamente raggiunti, e il fatto che la Cina dovrà modellare i suoi comportamenti (difficile) sulla base dei vincoli del WTO e su questo fronte non c’è chiarezza. Per quanto concerne poi gli USA, i cinesi sostengono che gli americani avrebbero espresso la volontà di ridurre altri dazi in essere in fasi successive, ma il rappresentante USA ha affermato che non ci sono impegni al riguardo.
Cosa cambia con l’accordo di fase uno
Ma che cosa succede ora che l’accordo di fase uno è stato siglato?
L’intesa tra le parti mette fine alla guerra commerciale fra i due Paesi nel periodo pre-elettorale, e dovrebbe porre in essere barriere commerciali inferiori a quanto precedentemente previsto per il 2020.
Tuttavia, il percorso sembra già essere irto di difficoltà per quanto attiene la necessità di una fase 2, manifestando così quanto sia fragile (ma importante) la tregua attuale. Certo è che, almeno sul cambio, la riduzione dell’incertezza di breve termine è certamente un elemento favorevole.
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