Spiegare il concetto a parole è meno semplice che metterlo in pratica operativamente: in breve esso consiste nel “trascinare” uno stop più in alto nel caso di una posizione in acquisto (o più in basso se la posizione è in vendita) di un numero di pips pari al movimento di prezzo verso l’alto (o il basso).
Ma vediamo un esempio pratico:
Nel grafico sottostante dell’EUR/USD abbiamo aperto una posizione in acquisto al prezzo di 1.4363. Al momento dell’apertura (ma avremmo potuto farlo anche successivamente) abbiamo impostato un trailing stop di 8 pips, che corrispondono a uno stop sugli 1.4352 (dal momento che 3 pips vengono subito consumati dallo spread). Come potete notare seguendo il movimento del prezzo, il nostro cross si è mosso verso l’alto di 5 (da 1.4360 che è il prezzo di vendita se togliamo lo spread) pips raggiungendo un massimo di 1.4365.
Se avessimo fissato un normale Stop Loss, esso sarebbe rimasto fisso a 1.4352 e la nostra posizione sarebbe stata liquidata automaticamente quando tale livello fosse stato raggiunto.
Nel caso del Trailing Stop invece il nostro stop si è mosso verso l’alto, di un numero di pips pari al movimento del prezzo (5), quindi uscirà dalla posizione automaticamente quando il prezzo dovesse ritornare sul livello 1.4357 (come in effetti è poi avvenuto). In figura vediamo una fase in cui lo stop era settato sul livello di 1.4356 ed il prezzo si trovava sul livello di 1.4362, lo deduciamo dalla colonna proximity che è pari a 6 e ci indica la vicinanza del prezzo allo stop.
Nel nostro caso quindi il Trailing Stop si muoverebbe verso l’alto solo se il prezzo salisse nuovamente sopra 1.4365, altrimenti, toccandolo, uscirebbe dalla posizione.
Il Trailing Stop può risultare uno strumento utilissimo per il trend trading. Infatti la preoccupazione principale per un trader che cerca di sfruttare un trend è quella di non riuscire a “catturarlo” completamente uscendo prematuramente.