Tradare sui trend o sul range
Trend
Innanzitutto il trend è identificabile come una serie di minimi superiori nel caso di trend positivo e di massimi inferiori nel caso di trend negativo. Alcuni definiscono il trend come deviazione da un range, ad esempio da quello indicato dalle bande di bollinger. Per altri si ha un trend quando i prezzi sono contenuti tra due linee mobili a pendenza positiva, oppure a pendenza negativa.
Definizione a parte, l’obiettivo del trend trading è sempre lo stesso: seguire il movimento il prima possibile e tenere la posizione finché non si raggiunge un’inversione. I trend traders sono sempre a chiedersi se l’andamento del prezzo continuerà nell’attuale direzione e, se al momento non lo sta facendo, se è ragionevole o meno mantenere la posizione. Per questo i trend traders solitamente operano con stop ravvicinati e spesso procedoo a tentativi per cercare di entrare nel modo giusto.
Per natura il trend trading genera molti più traders perdenti rispetto a quelli vincenti e richiede un controllo del rischio molto rigoroso. La regola d’oro in questo caso è che un trader non deve mai rischiare più dell’1.5% – 2,5% del proprio capitale sul singolo trade. Su un account da 10.000 dollari ed operando su un lotto standard da 100.000, lo stop deve essere posto tra i 15 ed i 25 pips del prezzo di entrata. Chiaramente, per poter praticare tale metodo, un trader deve essere confidente che il mercato si muoverà supportato da un’alta liquidità.
Se i trend traders azzeccano il movimento, i profitti possono essere davvero enormi. Questo dinamismo è dato anche dall’effetto leva. Una leva tipica del mercato del forex è quella di 100:1, che equivale a investire solamente un dollaro come margine per controllarne cento. Paragonato al mercato azionario dove la leva più comune è quella di 2:1 si avverte subito che lo scarto è notevole.
Non è quindi raro vedere i trend traders operanti sul forex raddoppiare i propri soldi in un breve periodo di tempo, imbeccando nella direzione giusta un forte movimento.
Range
I veri range traders invece non si curano della direzione: essi assumono che non sia importante in quale direzione il prezzo al momento si stia muovendo, ma che alla fine ritorni nella sua posizione originale. Infatti i range traders scommettono sulla possibilità che i prezzi si muoveranno sugli stessi livelli molte volte, e l’obiettivo di tali traders è di scoprire tali oscillazioni per trarne profitto più e più volte. Il range trading richiede una gestione dei soldi totalmente diversa, vediamo un esempio pratico.
Se il cross EUR/USD è sul livello di 1.3000, un range trader potrebbe decidere di oprerare in vendita a quel prezzo e ogni 50 pips sopra, per poi ricomprarlo ogni 25 pips in calo. La sua ipotesi infatti è quella che il prezzo ritorni primo o poi sul livello di 1.3000. Se il prezzo dovesse salire a 1.3500 per poi tornare a 1.3000 il trader ne avrebbe tratto un buon profitto, specialmente se salisse e scendesse più volte per poi tornare su 1.3000.
Ad ogni modo da questo esempio possiamo vedere che un range buond trader ha la necessità di avere un portafoglio molto profondo per attuare questa strategia. Altrimenti l’impego di una larga leva potrebbe essere devastante in quanto le posizioni possono talvolta andare in verso opposto all’odine per molti pips e di conseguenza prosciugare la liquidità prima che la coppia di valuti torni al livello iniziale.
Per fortuna il mercato del forex fornisce una soluzione flessibile per il range trading. Infatti la maggioranza dei brokers offrono mini lotti da 10,000 unità. Questo permetterebbe, ad esempio, ad un trader con un account di $10,000 di avere un budget per lo stop loss di 200 pips anziché di soli 20 (dato che un pip vale 1 dollaro anziché 10 in un minilotto). Talvolta essi permettono di avere anche dei micro conti dove il trader può avvalersi di micro lotti da $1000, dove un pip vale 10 centesimi di dollaro, in tal caso lo stesso trader di prima potrebbe permettersi uno stop loss addirittura da 2000 pips.
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