Hight Frequency Trading, l’arma segreta dei fondi hedge

Pubblicato da Luca M -

L’ 80% delle transazioni finanziarie è gestito da sofisticati algoritmi informatici. Questo é quanto reso noto dall’ ufficio strategie presso Morgan Stanley’s secondo cui i computers processano milioni di operazioni in modalità HFT, in altissima frequenza senza la presenza umana. L’High Frequency Trading è il segreto della grande speculazione, dove banche d’affari del calibro di  Goldman Sachs dominano il mercato dei titoli e delle currency.

 

Programmatori e matematici strapagati di elevato spessore professionale, dotati di hardware dalla potenza impensabile sono dunque al servizio di una sorta di priorato della finanza mondiale.L’ HFT, ovvero l’Hight Frequency Trading, è il mezzo a cui probabilmente é imputabile parte delle responsabilità dell’attuale crisi economica globale muovendo il mercato in modo incompatibile ed innaturale con le dinamiche reali delle attività sottostanti.

 

I software elaborano e restituiscono soluzioni veloci, ordinando alle macchine migliaia di ordini al secondo, aprendo posizioni chiuse poi nel nanosecondo successivo in un cyberscalping dove i profitti minimi moltiplicati per la mole degli eseguiti diventano guadagni enormi. I traders istituzionali con l’ HFT possono mettere in difficoltà i traders retail, avvantaggiati da dati riservati e capaci di innescare rally poi ricalcolati per “sell off” improvvisi, in cui le controparti competitive sono altre macchine dotate di sistemi informatici equivalenti.

 

Dunque, questi droni della grande finanza sembrano imbattibili ai comuni mortali, ma non è così. Quando i mercati vengono manipolati ciò avviene secondo logiche irrazionali e sul breve periodo.Di fatto, gli assets allocati, che strutturano i livelli di prezzo con il target successivo, non possono essere trasferiti con altrettanta facilità, e ed é per questo che gli small speculators possono ripartire al contrattacco, prendendosi la rivincita sulle macchine.

 

Ma c’è di più: secondo Andrei Kirilenko responsabile capo della Commodity Futures Trading Commission, i profitti realizzabili con l’HFT aumentano in proporzione all’aggressività degli algoritmi, ma le configurazioni parossistiche dei software espongono al rischio che qualcosa non vada per il verso giusto. Su tutti é emblematico il caso del “flash crash”, il 6 maggio 2010, che vide il Dow Jones e la Borsa di New York precipitare del 10% in 20 minuti.

 

L’accaduto ha segnalato il problema ed i legislatori sono al lavoro per interessarsi del fenomeno. Al momento é importante esserne coscienti per poter continuare a lavorare sui mercati finanziari con profitto e vincere sulla tecnologia dei lobbysti.

 Appuntamento a lunedì su forexguida.com


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