Ma cos’è il PIL?
Es. Se un’azienda riuscisse a produrre una quantità di output pari a 100 all’anno N e, di questa però, riuscisse a venderne solo 90, ai fini del calcolo del PIL il dato rilevante sarà 100. Se all’anno N+1, dovesse riuscire a vendere le scorte (10) relative quindi all’anno N, queste dovranno non dovranno essere conteggiate nel computo dell’anno N+1.
Per quanto riguarda le modalità di calcolo
PIL = prezzo prodotti (nell’anno di riferimento) x quantità dei prodotti realizzati e venduti durante il medesimo anno
N.B. Per calcolarlo, verranno quindi utilizzati i dati relativi ai conti economici aziendali, reperibili presso varie fonti.
Ma il PIL ha la particolarità di prendere in esame, contemporaneamente, altre grandezze che sono la sommatoria dei compensi derivanti dai due principali fattori produttivi: capitale e lavoro. Quindi sarebbe più corretto intendere il PIL come l’insieme di due flussi, da un lato un flusso di tipo reale (relativo alla produzione e vendita di beni e servizi); dall’altro un flusso di tipo monetario. In modo particolare quest’ultimo, viene riconosciuto dalle imprese come compenso ai fattori produttivi che hanno contribuito a raggiungere il risultato produttivo e quindi questi saranno per esempio, redditi da lavoro dipendente, redditi da interessi sul capitale preso a prestito, dividendi, etc.
Relativamente alla situazione italiana, l’andamento del PIL dell’anno 2010 non ha raggiunto livelli eclatanti ma è sicuramente andato oltre le aspettative, infatti è cresciuto del 1,3%. Ma in realtà cosa significa questo dato? La cosa che è bene sottolineare, è che interessante notare come questo aumento debba essere imputato, nella realtà e nella pratica, ad un aumento degli output prodotti e venduti e non ad una aumento nei prezzi dei beni medesimi. Quindi quando si confrontano i PIL relativi a due anni (per esempio il 2009 sul 2010), bisognerebbe sprimere questi dati in termini relativi, cioè al netto dell’effetto dell’inflazione (fenomeno responsabile dell’aumento dei prezzi). Per trovare quindi il dato dell’inflazione occorrerà calcolarla nel seguente modo:
INFLAZIONE: (output 2010) / (prezzo 2009)
Quindi, quando sentiamo parlare di PIL, senza ulteriore specificazione è sott’inteso che si tratta di tasso di crescita del PIL reale, ossia al netto della componente inflazionistica. Si può quindi parlare di due PIL:
• PIL reale: considera la variazione del PIL da un anno all’altro tenendo fermi i prezzi dell’anno di riferimento e considerando solo la quantità prodotta
• PIL nominale: considera sia la variazione dei prezzi che delle quantità
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