EUR/GBP prosegue il suo slancio rialzista per la quinta sessione consecutiva, scambiando vicino a 0,8600 durante le ore europee di mercoledì. Il cambio è sostenuto dal miglioramento del sentiment globale sul commercio, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha manifestato la disponibilità a negoziare con i partner internazionali, alimentando le speranze di una de-escalation delle tensioni commerciali.
Anche il Segretario al Tesoro USA Scott Bessent ha contribuito all’ottimismo, rivelando che quasi 70 Paesi si sono fatti avanti per discutere le misure tariffarie.
Nonostante il tono positivo, la Commissione Europea (UE) si sta preparando ad applicare dazi di ritorsione fino al 25% su esportazioni statunitensi per un valore di circa 22,1 miliardi di euro. In un recente colloquio con il premier cinese Li Qiang, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha proposto una “risoluzione negoziata” per affrontare le “ampie perturbazioni“ causate dalle tariffe USA.
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Rischi per l’Euro e fattori di supporto per la Sterlina
Inoltre, le aspettative accomodanti nei confronti della Banca Centrale Europea (BCE) potrebbero pesare sull’Euro. Diversi responsabili politici, tra cui Piero Cipollone (Italia), François Villeroy de Galhau (Francia) e Yannis Stournaras (Grecia), hanno espresso sostegno per un ulteriore allentamento monetario.
In vista di un’importante riunione dei ministri delle finanze dell’Eurozona a Varsavia, prevista per venerdì, Stournaras ha sottolineato che nuovi dazi non ostacolerebbero un atteso taglio dei tassi ad aprile, stimando un possibile impatto negativo sul PIL dell’Eurozona compreso tra 0,3% e 0,4% nel primo anno.
Ecco alcuni punti chiave emersi dalle dichiarazioni dei policymaker BCE:
- Sostegno condiviso all’idea di ulteriori tagli dei tassi.
- Fiducia che l’impatto delle tariffe USA sarà contenuto.
- Priorità nel sostenere la crescita e contenere l’inflazione.
Il rialzo del cambio EUR/GBP potrebbe tuttavia incontrare dei limiti, poiché la Sterlina britannica (GBP) trova supporto nell’aumento dei rendimenti dei gilt britannici, con il decennale stabile intorno al 4,66%. Sebbene le tariffe USA rappresentino un rischio, l’esposizione diretta del 10% del Regno Unito e la possibilità di sostituire i fornitori colpiti potrebbero attenuare l’impatto. Il governo britannico stima infatti un effetto diretto sul PIL inferiore allo 0,1%.
Nel frattempo, le aspettative di tagli ai tassi da parte della Banca d’Inghilterra (BoE) si sono rafforzate. I mercati stanno ora scontando completamente un taglio a maggio, rispetto al 50% di probabilità stimato in precedenza, e prevedono tre tagli entro la fine del 2025.
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