Il cambio EUR/USD ha subito una forte pressione ribassista ed è sceso sotto 1,1400 nella prima sessione americana: i dati dagli Stati Uniti hanno infatti mostrato che l’indice dei prezzi al consumo è salito al 7,5% su base annua a gennaio, rispetto alle aspettative del mercato del 7,3%, e ha fornito una spinta al biglietto verde.
L’indicatore Relative Strength Index (RSI) sul grafico a quattro ore è salito sopra 50 all’inizio di giovedì, indicando un’inclinazione rialzista nel prossimo termine. Tuttavia, la coppia potrebbe aver bisogno di rompere il livello di 1.1480 (livello statico) per convincere i compratori a spingersi ancora più su. Sopra questo livello, 1.1500 (livello psicologico, livello statico) è la prossima resistenza prima di 1.1550. Al ribasso, invece, i supporti si trovano a 1,1400 (livello psicologico), 1,1350 (200 SMA) e 1,1320 (100 SMA).
La coppia EUR/USD ha esteso il suo andamento laterale e ha chiuso piatta mercoledì, ma ha iniziato a salire all’inizio di giovedì. Tuttavia, la coppia continua ad avere difficoltà a fare un movimento decisivo in entrambe le direzioni, con gli investitori che hanno atteso i dati sull’inflazione di gennaio dagli Stati Uniti.
In un’intervista con il giornale Die Zeit mercoledì, il membro del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea Joachim Nagel ha intanto espresso il suo supporto per un aumento dei tassi prima della fine dell’anno. “I costi economici di agire troppo tardi sono significativamente più alti di quelli di agire presto“, ha sostenuto Nagel, anche se la valuta condivisa non è riuscita a capitalizzare su questi commenti tendenzialmente hawkish.
Dall’altra parte, l’indice del dollaro statunitense rimane in una fase di consolidamento intorno a 95,50 con il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni che si mantiene sopra l’1,9%, permettendo a EUR/USD di rimanere nel suo range.
Infine, evidenziamo come lo strumento FedWatch del CME Group mostra che i mercati stanno valutando una probabilità del 23% di un aumento dei tassi di 50 punti base a marzo.