I mercati oggi stanno concentrando tutta la loro attenzione sulle mosse della Banca Centrale Europea, anticipando il fatto che un’inflazione così alta costringerà la BCE ad aumentare i tassi di interesse più di una volta quest’anno, smentendo così la precedente narrativa dello stesso istituto, orientato a congelarli ai minimi storici almeno fino al prossimo anno.
Ad affermarlo è il Financial Times che, alla vigilia della riunione del Consiglio direttivo, ha ipotizzato che vi siano almeno due rialzi dei tassi nel 2022.
Proprio in virtù di questo, sottolinea il quotidiano, i mercati hanno anticipato le aspettative di una possibile stretta da parte della BCE, con un aumento del tasso sui depositi della Banca centrale a – 0,25% contro l’attuale – 0,50% fissato a dicembre.
Insomma, già in un contesto abbastanza incerto, a far muovere i policy maker della BCE dovrebbe essere l’inflazione, che nel mese di gennaio ha raggiunto un massimo storico al 5,1% contro aspettative diffuse di un rallentamento al 4,4% e contro il 5% del mese di dicembre. Sono proprio le pressioni sui prezzi a spingere gli analisti a considerare come superate le precedenti linee guida della BCE.
Un altro fattore di potenziale pressione al rialzo dei tassi è il livello della disoccupazione, che ha toccato i minimi storici al 7% nell’eurozona, con un quarto delle imprese dell’Eurozona che afferma di avere difficoltà a trovare personale. Dunque, è possibile che in un simile scenario i salari tendino a salire quest’anno, contribuendo a spingere al rialzo l’inflazione.
Miste, però, le indicazioni operative degli analisti. Per La Francaise AM, per esempio, non dovrebbero esserci decisioni di politica monetaria, con la BCE che dunque si limiterà a riconoscere che l’inflazione è in un trend al rialzo. Da parte di Generali Investments ci si focalizzerà anche sul fatto che gli effetti più negativi della pandemia sull’attività dell’area euro si stanno indebolendo, e che l’inflazione rimarrà ben al di sopra del target per gran parte del 2022 a causa dell’energia.
Anche per Unicredit non ci saranno decisioni di politica monetaria, né nuovi segnali dopo gli annunci importanti di dicembre.