Dollaro sotto pressione, Trump – Cina ai ferri corti
Il presidente USA Donald Trump sta minacciando la Cina con nuove sanzioni economiche, dato che il già fragile rapporto tra le due superpotenze si è inasprito ulteriormente in seguito alla pandemia da coronavirus. Già in voce sul coinvolgimento della Cina nella diffusione del virus COVID-19, infatti, il presidente Trump sta ora mettendo la Cina all’angolo dopo che Pechino ha stretto la morsa su Hong Kong.
Ricordiamo infatti che questa settimana la Cina ha imposto una nuova legge sulla sicurezza all’ex colonia britannica, minando l’autorità dell’isola e spingendo il Segretario di Stato americano Mike Pompeo a dire al Congresso che Hong Kong non merita più uno status commerciale preferenziale. Il Presidente Trump sta ora minacciando ulteriori misure contro la Cina, che probabilmente risponderà in modo rapido con alcune contromisure. Questa guerra di parole sarà il motore dominante del dollaro USA e dei mercati degli asset rischiosi nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Chiarito ciò, ricordiamo che i dati statunitensi di questa settimana continuano a indicare una ripresa economica prolungata in America nei prossimi trimestri. Mentre la generosità della Fed ha guidato una ripresa a forma di V in vari mercati azionari statunitensi, l’economia statunitense dovrebbe registrare una ripresa molto più lenta.
Il PIl del 2° trimestre è diventato negativo del 5% su base trimestrale, per la peggiore lettura degli ultimi dieci anni. Inoltre, i dati sulla spesa personale degli Stati Uniti, pubblicati venerdì, manifesta un crollo del 13,6% mese su mese, il più grande calo mai registrato, in quanto la chiusura di COVID-19 ha tenuto i consumatori lontani dai negozi. I dati hanno anche mostrato che il tasso di risparmio statunitense ha raggiunto il record del 33%, in quanto i consumatori hanno preferito tenere i soldi in tasca rimandando operazioni d i pesa e di investimento.
Ne è conseguito che il paniere valutario del dollaro USA è sceso per tutta la settimana ed è tornato ai livelli dell’ultima metà di marzo. Sono inoltre possibili nuovi cali, soprattutto se la valuta verde non riuscirà a tenere il passo sopra la media mobile a 200.
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