Analisi Forex, dagli USA i principali dati di agosto
Negli Stati Uniti questa settimana sono in corso di pubblicazione tutti i principali dati macroeconomici risalenti al mese di agosto. Dunque, una volta superata la festività del Labor Day prevista per l’inizio della settimana, gli analisti dovrebbero iniziare a concentrarsi sui fondamentali, con una particolare attenzione per quel che avverrà venerdì prossimo, quando l’employment report dovrebbe mostrare ancora una volta una dinamica solida degli occupati, un calo del tasso di disoccupazione a 3,8% e salari in rialzo moderato.
Ancor prima, la pubblicazione degli indici ISM dovrebbe garantire il mantenimento di livelli ampiamente espansivi, coerenti con una crescita solida nel 3° trimestre. La spesa in costruzioni di luglio dovrebbe rimbalzare dopo il calo di giugno, senza tuttavia contribuire a modificare lo scenario debole per gli investimenti residenziali.
E per quanto concerne l’area euro? Nell’Eurozona la prima settimana di settembre ha in agenda i PMI di agosto (dato finale) e la prima tornata di dati di produzione industriale di luglio: per i dati nazionali, la produzione della Germania è attesa avanzare di 0,2% m/m, mentre dovrebbe crescere di 0,3% m/m in Francia e di 0,6% m/m in Spagna. Sempre a luglio, la spesa per consumi nell’Eurozona potrebbe essere rimasta circa stabile dopo lo 0,3% m/m di giugno.
Ancora, sempre in area euro la seconda lettura di agosto dovrebbe confermare che il PMI composito è rimasto quasi invariato nell’Eurozona a 54,4 punti contro precedenti 54,3 punti. Ancora prima, la pubblicazione dei dati sul manifatturiero dovrebbe confermarsi in calo a 54,6 punti da 55,1 punti precedenti.
Oltre ai dati, rimane inteso che i mercati valutari guarderanno con particolare attenzione alle notizie sui negoziati commerciali: ad incombere è soprattutto la minaccia di sanzioni americane su 200 miliardi di dollari di export cinese, mentre il negoziato con il Canada si è arenato.
Dovrebbe dunque complessivamente incrementare la volatilità percepita, con ripercussioni anche sulle divise dei Paesi avanzati, oltre che, di primo impatto, sulle valute emergenti. Unitamente alle attese tensioni connesse ai negoziati commerciali, lo scenario sopra delineato dovrebbe sostenere il dollaro e le valute safe haven. Il peggioramento dei dati cinesi può alimentare ulteriormente il clima di cautela.
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