Previsioni EUR/USD, FOMC e disoccupazione gli appuntamenti chiave
Il dollaro statunitense ha aperto la settimana in lieve recupero rispetto ai minimi che ha toccato venerdì scorso, ma denotando comunque una specifica caratteristica che oramai è ben nota: la scarsa forza nel condurre i propri slanci verso l’alto. Venerdì, infatti, i dati relativi all’andamento della produzione interna lorda per il primo trimestre dell’anno avevano deluso gli analisti, evidenziando un rallentamento della crescita economica superiore alle attese, da 2,1 per cento a 0,7 per cento trimestre su trimestre, annualizzato. In maniera non dissimile, anche in apertura di settimana l’ISM manifatturiero ha deluso, scendendo ben più del previsto nel corso del mese di aprile, sebbene si tratti probabilmente ancora di una normalizzazione rispetto ai livelli molto elevati del periodo precedente.
A questo punto, al fine di orientare compiutamente gli investimenti nel cambio tra euro e dollaro, riteniamo che saranno di fondamentalmente importanza i principali appuntamenti-chiave di questa settimana: il FOMC in programma per stasera e la pubblicazione dell’employment report che è invece in programma per la giornata di venerdì.
Per quanto attiene il FOMC, è ben lecito pensare che la Federal Reserve sceglierà di lasciare i tassi di interesse di riferimento fermi a questo meeting, confermando poi che lo scenario dell’economia USA rimane positivo, e archiviando presumibilmente come transitorio il rallentamento economico di cui sopra, relativo al primo trimestre. Pertanto, la riunione sarà di natura prevalentemente interlocutoria e sarà in grado di lasciare in essere lo scenario di altri due rialzi dei tassi quest’anno, con la discussione interna che verterà sempre più sulla politica del bilancio.
Per quanto concerne invece la pubblicazione dell’employment report di venerdì, il mercato del lavoro dovrebbe osservare un ampio aumento della crescita degli occupati. Nel complesso questo dovrebbe favorire una stabilizzazione del dollaro, approssimativamente nel range della settimana passata. Tuttavia, qualora dovessero essere offerte delle notizie negative, è ben possibile che il dollaro possa risentirne negativamente, a vantaggio dell’euro.
A proposito dell’appena citata valuta unica europea, ricordiamo come l’euro sia riuscito ad aprire la settimana mantenendo i guadagni di quella passata, e mostrandosi abbastanza supportato intorno a 1,0900 EUR/USD. Tuttavia, i livelli di apertura della settimana sono stati inferiori rispetto ai massimi toccati venerdì scorso, sulla scia della stima flash dell’inflazione dell’area, salita più del previsto da 1,5 per cento a 1,9 per cento.
Il merito di tali movimenti è ascrivibile anche a quanto accaduto in seguito al comunicato esito della riunione della Banca centrale europea di giovedì scorso, che ha proposto un nuovo elemento di moderato supporto per il cambio, osservando che i rischi verso il basso si sono ridotti ulteriormente. Oggi si avrà un interessante banco di prova con la pubblicazione della stima del Pil aggregato dell’area del primo trimestre, che è previsto in lieve accelerazione da 0,4 per cento a 0,5 per cento trimestre su trimestre.
Se quanto sopra dovesse realizzarsi, e non dovessero sorgere novità troppo positive in ambito dollaro, è possibile che l’euro riesca senza tanti patemi a consolidare in area 1,09 EUR/USD. Discorso diverso per la prossima settimana, quando l’euro potrebbe risalire oltre quota 1,10 EUR/USD nel caso in cui alle elezioni presidenziali francesi di domenica Macron dovesse battere Le Pen con un margine superiore a quello che danno i sondaggi, attestatisi su un 60 per cento di preferenze per Macron contro un 40 per cento per Le Pen.
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