Forex Euro, Dollaro e Sterlina: pochi movimenti in settimana

In una settimana non ricca di spunti macro economici, val la pena fare il punto sul comportamento delle principali valute di scambio. E, anche questa volta, non possiamo che farlo partendo dal dollaro, con la valuta verde che ha chiuso la scorsa settimana conservando il calo postFOMC e rivedendo i livelli minimi che erano stati abbandonati dalla prima settimana di febbraio.

Dollaro

Come ben noto, la Federal Reserve ha confermato la previsione di altri due rialzi dei tassi di interesse di riferimento per il 2017 (oltre a quello appena deliberato), con ritmi e entità che saranno ponderati in funzione delle misure di politica fiscale che saranno presto adottate dall’amministrazione Trump, che potranno essere rese note durante l’estate o l’inizio dell’autunno. Il mercato si è così prontamente allineato allo scenario della Fed (per quanto, non certo nuovo) e il dollaro difficilmente sul breve termine riuscirà a recuperare il calo post-FOMC, salvo sorprese eclatanti dai dati USA o dichiarazioni molto aggressive dai membri Fed.

Peraltro, a proposito di dati USA, ricordiamo come la settimana proponga pochi elementi macro di rilievo (vendite di case giovedì e ordini di durevoli venerdì), attesi moderatamente positivi. Saranno invece più rilevanti per poter orientare il cambio i molti discorsi dei membri Fed. Il mercato sconta due rialzi Fed da qui a fine anno, con una probabilità superiore al 50% che il prossimo sia già nel mese di giugno: l’eventuale consolidarsi di attese in tal senso dovrebbe fornire un discreto sostegno al dollaro.

Intanto, nel corso dell’ultimo weekend si è concluso il G20 senza alcuna assunzione formale d’impegno ad astenersi dal mettere in atto pratiche protezionistiche, come era stato fatto invece al vertice di luglio. A fermare questa dichiarazione attesa è stato il Segretario del Tesoro USA Mnuchin, a conferma del mantenimento del bias protezionistico dell’amministrazione Trump.

Euro

L’euro ha concluso la settimana del FOMC con quotazioni al rialzo, proseguendo così il recupero che aveva avviato dopo la riunione della BCE della settimana precedente. L’esito congiunto delle riunioni di BCE e Fed potrebbe fornire un concreto sostegno all’euro nel breve termine, ma riteniamo che affinché il cambio trovi il giusto slancio per poter salire ancora contro dollaro, sarà necessario che dall’area euro arrivino indicazioni particolarmente forti a favore di una possibile rimozione della guidance sui tassi già alla riunione di giugno.

Per quanto attiene i dati macro, tra i principali troviamo la fiducia dei consumatori dell’area e i PMI flash di marzo, attesi su livelli alti ma in arretramento. Da seguire saranno anche le dichiarazioni dei membri BCE.

Sterlina

Chiudiamo infine con uno sguardo alla sterlina, che ha chiuso la settimana del FOMC al rialzo contro il dollaro. Tuttavia, a giocare un impulso positivo per la valuta britannica sono stati naturalmente anche gli ottimi spunti favorevoli sul fronte domestico, e in particolare l’esito della riunione BoE di giovedì scorso, che ha mostrato un dissenso nella votazione sui tassi.

Bene a questo punto mantenere sempre gli occhi aperti sulla Brexit, con rischi al ribasso piuttosto rilevanti. Fino a quando non partiranno i negoziati con l’UE, però, il mercato presterà più attenzione ai dati del momento (positivi) piuttosto che alle prospettive future (pessimistiche) e dai dati in uscita questa settimana (inflazione e indagine CBI sul settore industriale, vendite al dettaglio e indagine CBI sul settore retail). Per garantire alla sterlina un nuovo rimbalzo non saranno infine sufficienti dati moderatamente positivi (a meno che non siano dati molto migliori delle attese)…

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