Forex trading, dollaro stabile in attesa di Trump

Pubblicato da Roberto Rais -

Torna anche questa settimana il nostro consueto approfondimento sull’andamento delle principali valute Forex. E, come ogni settimana, non possiamo che partire da uno sguardo sul dollaro statunitense, che ha aperto la settimana stabile sui livelli di venerdì scorso, calando solamente nel pomeriggio di ieri sui dati macro economici più deboli delle stime degli analisti (hanno mancato gli obiettivi di consensus sia gli ordini di beni durevoli sia i dati sulla vendite di case).

Dollaro USA

Ad ogni modo, i dati deludenti di cui sopra non sono comunque riusciti a intaccare il sentimento favorevole sull’economia USA, che viene supportato soprattutto dagli ultimi discorsi di alcuni membri della Federal Reserve. Tra i più rilevanti, ricordiamo che ieri Kaplan ha ribadito che la Fed è vicina agli obiettivi di piena occupazione (o di disoccupazione fisiologica) e di inflazione e che quindi potrebbe essere opportuno alzare i tassi prima piuttosto che dopo.

Bisogna solo comprendere quanto la posizione di Kaplan verrà o meno appoggiata dalla maggioranza dei membri del FOMC. Fino ad oggi il mood della Fed è sempre stato quello di attendere i tempi chiaramente propizi per intervenire, preferendo “correre ai ripari” piuttosto che “agire troppo in anticipo”, con il rischio di avere poi serie difficoltà a tornare indietro e riparare i cocci. Se tuttavia, come sostiene Kaplan con correttezza, la situazione economica statunitense sarà davvero così “rassicurante”, è ben possibile che l’approccio della Fed possa effettivamente mutare.

Ricordato quanto sopra, appare ovvio che l’appuntamento clou della settimana sarà il discorso che Trump sta per tenere al Congresso: costituirà certamente l’occasione per poter fornire almeno le linee guida del programma fiscale ma anche – eventualmente – chiarimenti sul fronte del protezionismo. Non ci attendiamo annunci molto specifici, ma solo qualche proclama programmatico che probabilmente nei prossimi giorni andrà “depurato” dalla solita enfasi di Trump. Ad ogni modo, il tema più importante ai fini dell’impatto diretto e immediato sul dollaro statunitense dovrebbe essere quello della riduzione delle imposte: annunci chiari in tal senso potrebbero avere effetti positivi per le imprese e per le famiglie, e prevalentemente anche sui mercati finanziari, visto e considerato che tagli significativi avrebbero un ampio effetto espansivo sulla crescita, favorendo un apprezzamento del dollaro che potrebbe superare i massimi della scorsa settimana.

Se invece, come riteniamo, Trump si limiterà a fornire alcune indicazioni di massima, soffermandosi sule anticipazioni già fornite qualche giorno fa, difficilmente vi saranno “scossoni” di turno sul fronte Forex.

Euro

Passiamo dunque all’euro, con la valuta unica europea che ha aperto la settimana in leggero recupero, ma fatica a tenere quota. La ragione di questa scarsa forza della valuta europea è probabilmente da ricercarsi sull’incapacità di poter abbandonare le preoccupazioni del calendario macroeconomico e, soprattutto, sta tornando a essere dominante il tema delle politiche economiche di Trump: come abbiamo anticipato, nell’ipotesi in cui il Presidente USA riuscisse realmente a fornire dettagli favorevoli in particolare sul fronte delle riduzioni delle imposte, l’euro potrebbe perdere quota.

Sterlina

Chiudiamo infine con la sterlina britannica, che ha aperto la settimana in calo: a nuocere alla valuta britannica è stata la pubblicazione di una notizia (sul Times) secondo cui il primo ministro Theresa May potrebbe concedere un altro referendum per l’indipendenza della Scozia purché si tenga dopo che il Regno Unito è uscito dall’UE. La notizia è stata smentita dal portavoce Greg Swift, che ha ribadito come non vi sarà nessun secondo referendum dopo quello del 2014, che già aveva dato agli scozzesi l’opportunità di esprimersi in merito.

Nonostante tale rassicurazione, il clima è rimasto molto testo e la sterlina non ha fatto altro che ripiegare su posizioni difensive: il sindaco di Londra ha dichiarato che non è ragionevole ignorare il rischio di un secondo referendum scozzese, aggiungendo inoltre che la probabilità che non si riesca a raggiungere un accordo su Brexit con l’UE entro la primavera del 2019 è molto elevata. A proposito di Brexit, prosegue alla Camera dei Lord la discussione sul disegno di legge per l’avvio dell’iter di Brexit, che si concluderà domani. Non dovrebbero tuttavia esserci gravi intoppi alla strada già tracciata.

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