Crescita Eurozona: rallentamento in vista
L’economia dell’Eurozona non si trova nel suo migliore momento, come gli indici di Markit possono mostrare. Infatti, la crescita eurozona è in calo anche per questo mese, nonostante le manovre intraprese dalla Banca Centrale Europea e le parole di Mario Draghi durante la sua conferenza della scorsa settimana. L’ultimo report rilasciato da Markit va ad analizzare i dati relativi al settore PMI dell’Eurozona, andando a valutare la salute del settore manifatturiero e dei servizi europeo, così come la loro relativa crescita. Gli indici PMI composito, manifatturiero e dei servizi riguardanti l’Eurozona, hanno mostrato come la crescita sia in calo. L’Europa sta ancora vivendo un momento di difficoltà, da cui non riesce ancora ad uscire. Andiamo quindi a vedere con precisione i dati forniti dagli indici Markit per analizzare al meglio l’economia dell’Europa.
Crescita in calo secondo gli indici Markit
Secondo i dati forniti da Markit, l’indice PMI composito dell’Eurozona è calato intorno al valore 53, che risulta essere un valore inferiore rispetto a quello del mese precedente (53,1). Ma anche inferiore rispetto alle aspettative per questo nuovo mese, Aprile 2016: ovvero 53,2. Una perdita di 0,2 percentuali sulle aspettative degli analisti finanziari. L’indice PMI viene espresso su una scala da 0 a 100, dove il valore medio è proprio 50. Un valore che segnala lo spartiacque per l’economia: un valore dell’indice PMI al di sopra di 50 significa che l’economia è in crescita, mentre un valore al di sotto di 50 significa che la crescita eurozona è in calo. I dati rilasciati da Markit mostrano quindi una leggera contrazione per quanto riguarda l’economia dell’Eurozona: niente di grave, almeno per ora, ma sicuramente non notizie positive. Bisogna specificare però che i dati Markit rilasciati questa settimana sono chiamati “flash”, ovvero sarebbero delle stime preliminari. Stime che quindi potrebbero essere riviste sia al rialzo che al ribasso. Perciò, solamente quando avremo le cifre definitive potremo accertarci dello stato di salute dell’Eurozona. Anche se secondo le stime di Markit, la crescita Eurozona sta rallentando e lentamente andando a ritroso. Queste le considerazioni allegate al report:
L’Eurozona continua a mostrare una crescita appena modesta, secondo le prime stime di aprile. L’indice PMI segnala che l’andatura della crescita economica all’inizio del secondo trimestre e’ più debole rispetto al valore medio registrato nel primo trimestre, oltre che minore anche della media dello scorso anno.
Oltre ai dati relativi all’indice PMI composito, Markit ha anche annunciato le stime dell’indice PMI dei servizi, che si trova in crescita a 53,2, superando il valore del mese precedente (fisso a 53,1) ma non raggiungendo le aspettative degli analisti finanziari (che avevano fissato l’indice PMI dei servizi a 53,3 per questo mese). E’ stato rilasciato anche il report relativo all’indice PMI manifatturiero, valore attestato a 51,5; valore che si è trovato sia al di sotto delle aspettative degli analisti (fissate a 51,8), sia al di sotto del valore del mese precedente (51,6 per il mese di Marzo 2016). Riguardo alla situazione della crescita eurozona, anche il principale economista di Markit, Chris Williamson, si è espresso in merito:
L’economia dell’Eurozona rimane bloccata all’interno di un lento percorso di crescita in aprile, con il PMI che continua a segnalare una crescita del PIL del solo 0,3% per questo secondo trimestre, in linea con quelli che sono i dati presenti da oltre un anno. Il fallimento di una ripresa della produzione dopo le manovre aggressive adottate dalla BCE a marzo rappresenta un forte segnale di disappunto, oltre che limitare le speranze per un’accelerazione della crescita nei prossimi mesi.
Crescita Eurozona: Draghi difende la BCE e ipotizza nuovi tagli ai tassi
La scorsa settimana è stata anche una settimana importante per quanto riguarda la riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea e la relativa conferenza di Mario Draghi. Notizie che possono sempre influenzare l’andamento del cambio euro-dollaro. Durante la conferenza stampa, Mario Draghi, Presidente BCE, ha toccato diversi aspetti riguardanti le decisioni del piano Quantitative Easing. Si è soprattutto soffermato sulle lamentele provenienti dalla Germania, la quale ha fortemente criticato le mosse di Draghi riguardo al taglio dei tassi di interesse. Secondo gli analisti finanziari tedeschi, i tassi di interesse così bassi stanno influenzando negativamente l’economia tedesca, con i risparmiatori come principali vittime. Oltre ovviamente a destabilizzare ulteriormente la situazione politica, alimentando sentimenti anti-europeisti. Anche il Presidente delle finanze tedesche, Wolfgang Schäeuble, ha sottolineato come le decisioni della BCE stanno creando problemi enormi alle banche e pensionati tedeschi. Mario Draghi rimane però irromovibile sulla decisione presa dalla BCE di lasciare i tassi di interesse allo 0%, una manovra necessaria per far raggiungere all’inflazione il target del 2% imposto dalla BCE. Draghi ha così risposto a tono agli attacchi tedeschi, sottolineando come la Banca Centrale Europea lavori per il bene di tutta l’Europa e non solo della Germania. Affermando che il livello dei tassi potrebbe rimanere tale anche per molti mesi, perciò certe critiche come quelle mosse dalla Germania, non fanno altro che destabilizzare la situazione risultando per niente critiche costruttive.
Riguardo ai tassi di interesse, Draghi ha proseguito affermando che la Banca Centrale Europea è pronta a qualsiasi mossa pur di combattere il rischio deflazione e stimolare la crescita eurozona. Draghi sottolinea come non ci siano prove concrete che mostrino che le banche stiano soffrendo queste decisioni prese dalla BCE, così come non vi sono prove concrete che le manvore finanziarie del piano Quantitative Easing stiano danneggiando i cittadini europei. Secondo Draghi inoltre, è possibile che l’inflazione scenda di nuovo nei prossimi mesi, prima di iniziare un aumento costante che continuerà durante il corso del 2017. Draghi si è anche soffermato sulla questione del “helicopter money”: ovvero la possibilità che la Banca Centrale Europea si dedichi a trasferimenti di liquidità diretti ai cittadini e alle imprese europee, senza dover passare per il sistema bancariodei vari paesi dell’Eurozona o affidando i fondi ai vari governi europei (anche perché può capitare che tali fondi non arrivino sempre a destinazione, come la situazione italiana può mostrare). Il Presidente della BCE ammette che tale misura non è mai stata presa in considerazione dal consiglio direttivo della BCE, anche se ritiene tale concetto materia molto interessante. Resta il fatto, così ha concluso Draghi, che una manvora finanziaria del genere sarebbe molto complicata da attuare poiché vi sarebbero troppe difficoltà operative e legali con i vari stati dell’Eurozona.
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