E’ sempre più difficile prendere la decisione di quotarsi in borsa, tuttavia, una volta stabilita questa volontà, si intraprendono i passi che permettono di avviare la procedura più corretta e sicura per approdare sul mercato regolamentato di quotazione. L’emittente innanzitutto deve individuare il mercato regolamentato in cui fare quotare le proprie azioni. E nella scelta del mercato, il fattore che prevale è quello del paese in cui si finisce per essere quotati. Infatti, mentre nelle nazioni appartenenti all’unione europea è stata condotta un’ampia regolamentazione ed uniformazione delle prassi e delle procedure relative ai mercati, a seguito del financial services action plan sottoscritto nel vertice di Lisbona del 1999, si continua a scegliere, come mercato regolamentato di quotazione quello in cui hanno la propria sede.
Non a torto questa sembra essere una scelta comunque prudente e valida, in quanto, quotare la propria azienda all’estero è una azione che prevede comunque una certa complessità. Comunque per quotarsi all’estero è necessario entrare in un’ottica differente, dove le leggi di controllo e le regolamentazioni di borsa sono comunque differenti da quelle adottate nel proprio paese, e non di rado abbastanza incompatibili con diritto societario cui deve sottostare l’azienda che intende quotarsi.
E’ sempre più difficile intrattenere rapporti con società di borsa e di vigilanza straniere perché comunque siano state attivate le armonizzazioni, sono sempre in atto dei modi di procedere differenti da quelli domestici. Da un altro punto di vista la scelta di un paese straniero per la quotazione può essere molto strategica per mostrare una volontà di intrattenere rapporti stabili e duraturi con le organizzazioni estere e quindi acquisire una benevolenza che potrà permettere di mitigare ove presenti le misure protezionistiche che in altre condizioni ostacolerebbero i rapporti commerciali.
Tra i problemi tecnici che nascono nel quotarsi all’estero non vanno sottovalutati quelli legati alla redazione dei documenti periodici, non ultimo per importanza il bilancio societario, come pure le relazioni trimestrali e semestrali. In Italia questi documenti sono redatti secondo quanto stabilito dal Codice Civile, all’estero le normative sono necessariamente differenti. Per attenuare questa problematica, i paesi dell’Unione Europea hanno adottato concordemente dei principi contabili che vanno sotto il nome di International Financial Reporting Standards.